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mercoledì 30 ottobre 2024

Recensione: VINCENT VAN GOGH. LA TRISTEZZA DURERÀ PER SEMPRE di Francesco Barilli e Roberta Sacchi

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Beccogiallo, oggi vi parlo di Vincent Van Gogh. La tristezza non avrà mai fine di Francesco Barilli e Roberta Sacchi.

VINCENT VAN GOGH. LA TRISTEZZA DURERÀ PER SEMPRE

di Francesco Barilli e Roberta Sacchi
Editore: Beccogiallo
Pagine: 128
GENERE: Graphic Novel
Prezzo: 18,50
Formato: Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟

Trama:
Un dialogo intenso e ininterrotto tra Vincent Van Gogh e la sua follia. Dal rapporto col fratello Theo alla celebre lite con Gauguin (con conseguente parziale automutilazione dell’orecchio), fino all’estremo atto di autolesionismo che lo portò alla morte... Un viaggio nei misteri di un’esistenza tormentata e affascinante. Vincent Van Gogh è ancora oggi uno degli artisti più noti al mondo. Di lui, con un’intuizione felice quanto amara, il pittore Lucien Pissarro affermò: “O sarebbe impazzito o avrebbe superato tutti. Non sapevo, però, che avrebbe fatto entrambe le cose.” Effettivamente la fama di Van Gogh non è dovuta solo alle geniali intuizioni nel campo pittorico: è la sua vita a essere ricca di episodi o particolarità affascinanti.

RECENSIONE

Vincent Van Gogh. La tristezza non avrà mai fine è una graphic novel che trascende il tradizionale racconto biografico per addentrarsi in un territorio psicologico complesso e oscuro, quello dell’anima tormentata di Van Gogh. 

Ideata da Francesco Barilli e splendidamente illustrata da Roberta Sacchi, quest’opera si presenta come un intenso viaggio, un’immersione a tratti dolorosa e a tratti stupefacente nei sentimenti e nelle paure di un uomo che ha vissuto e creato in un costante stato di tensione emotiva. Ciò che colpisce subito è la scelta narrativa di porre l'accento sull’uomo più che sull'artista. 

Troppo spesso, infatti, Van Gogh viene ricordato solo per le sue opere o per la sua fama postuma, mentre qui diventa il protagonista di un racconto di sofferenza e resilienza interiore. Al lettore viene permesso di cogliere i sottili passaggi psicologici che hanno segnato le sue scelte, in un viaggio che parte dall'infanzia e attraversa ogni esperienza di dolore e di desiderio. 

Sin da bambino, Van Gogh è circondato dalla presenza della morte: si apre il racconto con il piccolo Vincent che visita la tomba del fratellino, da cui ha ereditato il nome, un fardello che porterà per tutta la vita. Questa scelta narrativa, apparentemente semplice, apre la porta a una profonda riflessione sull’identità, sull’amore familiare e sulla pressione psicologica. Il corvo è l’interlocutore dell’artista. Questa rappresentazione della follia funge da metafora della voce interiore del pittore, quasi un alter ego che lo accompagna, lo osserva e lo interroga, diventando la personificazione dei suoi demoni interiori. 

La figura del corvo, in letteratura e nella mitologia, è spesso associata alla morte, alla malinconia e alla premonizione, incarnando così la vulnerabilità mentale e l'irrefrenabile desiderio di autodistruzione che pervade la vita di Van Gogh. Attraverso questo dialogo, la graphic novel riesce a portare alla luce riflessioni che sono forse universali, rivolgendosi a chiunque abbia mai provato il dolore dell'incomprensione e della solitudine. 

I disegni si espandono sulla pagina come un’esplosione di tratti e di colori, divenendo il mezzo principale per veicolare le emozioni dell’artista, che sembrano fuoriuscire dai confini della carta stessa. La scelta coraggiosa della scrittura a mano per dialoghi e pensieri avvicina l’opera all’epoca dell'artista e conferisce autenticità: la grafia diventa un gesto che accompagna e arricchisce la narrazione, trasmettendo una sensazione di immediatezza e di intimità. 

Questo stile non solo rende i testi parte integrante dell’immagine, ma amplifica il messaggio visivo, rendendo la graphic novel un’opera d’arte a sé stante. Ogni colore è accuratamente scelto per trasmettere il sentimento giusto: dal rosso del dolore, al nero della follia, fino ai gialli e verdi che illuminano le pagine come fossero pennellate di speranza o di breve serenità. 

Per il pittore l’arte era un mezzo per sopravvivere, ma anche il percorso che lo ha condotto lentamente verso la follia. Episodi salienti, come il rapporto con il fratello Theo e il suo doloroso legame con Sien, vengono trattati con sensibilità, mostrando quanto questi eventi abbiano influenzato non solo la sua pittura ma anche il suo stato d’animo. La figura di Theo appare quasi come l’unico porto sicuro, un simbolo di amore incondizionato e protezione, mentre le sue relazioni con Gauguin e con il padre evidenziano il conflitto tra il desiderio di appartenenza e l’incompatibilità con la società. 

Ogni capitolo è associato a un’opera specifica di Van Gogh, scelta come simbolo del periodo e delle emozioni vissute dall’artista. Uno dei più potenti è Campo di grano con volo di corvi, dipinto poco prima della sua morte: qui i corvi non sono semplici uccelli, ma simboli di morte e presagio, un’immagine che rappresenta perfettamente il tormento interiore di Van Gogh. La natura che rappresentava nei suoi dipinti, apparentemente idilliaca e serena, è in realtà intrisa del suo vissuto, proiezione dei suoi sentimenti più cupi e delle sue ultime speranze. 

Un libro che riesce a catturare l’essenza di un’anima profondamente fragile e creativa, portando il lettore non solo a conoscere il protagonista, ma a viverne la sofferenza e la bellezza in ogni pagina. Merita di essere letto non solo per scoprire chi fosse Van Gogh, ma per sentire quel filo di disperazione che appartiene anche a noi, esseri umani capaci di grandi emozioni e vittime della nostra stessa sensibilità.

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