Buon
mercoledì cari lettori! Le vacanze si avvicinano e anche oggi voglio lasciarvi
una recensione di un romanzo che riguarda la mia città e tutto ciò che concerne il suo aspetto più magico e superstizioso. Ringraziando Runa Editrice per la copia inviatami, leggerete della storia
scritta da Tina Cacciaglia, intitolata Il sussurro di
Vico Pensierio, un Noir popolato di leggende e di miti ambientato
nella bella Napoli, con tanto di mistero e fascino.
Leggete!
Aspetto le vostre impressioni!
Titolo: Il sussurro di Vico Pensiero
Autore: Tina Cacciaglia
Editore: Runa
Pagine: 260
Genere: Noir
Prezzo: € -
Ebook: € 16,00
Uscita: 2013
Trama
Nel
Palazzo San Severo a Napoli, la bellissima nobildonna Maria d'Avalos venne
uccisa dal marito, il principe Carlo Gesualdo, insieme all'amante: era la notte
tra il 16 e il 17 ottobre del 1590. Si narra che il suo fantasma vaghi ancora
nell’oscurità delle notti napoletane. Fantasmi e leggende del passato. La vita
di Adriana s'incrocia con l'antica storia della nobildonna Maria d'Avalos e del
suo amante e con quella contemporanea di Elena, una collega di studi trovata
morta con in gola della saggina di cui sono fatte le scope delle streghe.
Adriana si addentra in una Napoli a lei sconosciuta, nei rioni appartenenti
alla camorra, e assieme al fidanzato, un tormentato Commissario di Polizia,
inizia una indagine che la porterà a scoprire una vera e propria città nella
città, immersa in antiche tradizioni, incarnate da personaggi come Costanzo 'o Scartellato, che parla con i
morti del Cimitero delle Fontanelle, o Maria 'a Putecara, che legge le carte e
scaccia il malocchio. Un viaggio negli inferi che è un autentico giallo tra
coinvolgenti intrecci in una Napoli popolata da fantasmi e superstizioni,
immersa nell’occulto, nei misteri e nelle sue contraddizioni.
Tina
Cacciaglia è nata a Napoli, laureata in Sociologia svolge l'attività di
Conciliatrice Professionista, oltre a interessarsi da diversi anni di scrittura
ed editoria. Ha pubblicato diversi articoli per riviste quali L'isola, il Giornale di Cava, Il Vescovado. Una sua
favola è stata letta a Radio Rai Due ed è arrivata finalista al concorso Parole in Corsa con un brano
pubblicato in antologia. Ha partecipato a Torino al Perfect Day della Scuola
Holden, organizzato da Alessandro Baricco, con un breve brano, pubblicato dal
quotidiano Il Denaro e dalla rivista Grazia. Il romanzo storico “La Signora
della Marra”, di cui è una delle due autrici, è stato segnalato dalla giuria del Premio Calvino
2009 come degno di merito, ed è in corso di prossima pubblicazione. Sempre nel
2009 ha vinto il primo premio Creatività e scienza, città di Salerno con
un racconto di fantascienza storica pubblicato in antologia. Nel concorso
nazionale IoScrittore 2011 è risultata vincitrice con un romanzo noir,
pubblicato in ebook dal Gruppo Mauri Spagnol nel marzo 2012. Attualmente vive a
Salerno con la sua famiglia e il suo cane.
“La strega
li ammalia e poi li distrugge.”
Il sussurro
di Vico Pensiero è un silenzioso ed inquieto viaggio all’interno della città
partenopea, fingendosi un libro mentre è una feconda e capricciosa realtà che
si sveste delle ignobili nomee che spesso l’hanno sporcata, per rivelarsi in
tutta la sua magica presenza. Napoli si racconta prendendo come scusa una
storia misteriosa che è soltanto un pretesto per far sì che la brava autrice
riesca, in tutta la sua conoscenza e predisposizione narrativa, a regalarci
ancora un altro quadro dell’indimenticabile città.
Morte e
mistero, superstizione e maledizione, sacro e profano, magia e streghe si
alternano nell’intreccio costruito ad arte e reso avvincente ed intrigante da
uno stile flessuoso, a tratti antico quasi quanto le leggende che racconta.
Già il
titolo richiama qualcosa di altro, un oltre incondizionato che tenta di
prenderti per mano e di portarti laddove ha casa il mistero e si svelano i
segreti più arcani e più pericolosi. La parola sussurro è estremamente suggestiva, sembra quasi incantare e
spingere verso le nostre orecchie un suono velato e carezzevole, che giunge da
lontano per sedurci e condurci verso terre misticamente ignote. Ma non sempre
quel sussurro è benevolo. La storia che ci narra Tina Cacciaglia lo dimostra ma alla fine cosa importa? Che sia
benedizione o maledizione ciò che scorre per le vie di quella indomita città,
sono le sue storie, i suoi incanti, le sue ombre e i suoi fantasmi a rendere reale e
desiderabile la sua essenza di città indimenticabile.
Il libro si
apre con un caso irrisolto: la studentessa Elena viene trovata morta e le indagini non portano a nulla di
costruttivo perché su tutto aleggia un mistero impenetrabile. Adriana, amica e collega della giovane
uccisa, comincia ad indagare per conto suo poiché alcune coincidenze non le
appaiono affatto chiare. A rendere ancora più sinistra ed inspiegabile la
situazione è la presenza di Agnese,
donna dalle origini sconosciute e dall’identità discutibile che inizia a
corteggiare, con successo peraltro, proprio il fidanzato di Adriana, il
commissario Carlo Lofrate che si sta
occupando dell’omicidio.
Elena viene
trovata con della saggina in gola che non è altro che il materiale con cui sono
fatte le scope. Inevitabilmente si pensa alle streghe e al mondo della
superstizione, soprattutto perché la stessa vittima si occupava di ricerche
riguardati proprio quel mondo oscuro e misterioso. Ma Adriana non crede a tutte
queste cose, pensa che maghi, streghe e fattucchiere siano soltanto baldanzosi
esempi di imbroglioni e truffaldini e che l’unica realtà tangibile sia quella
visibile.
Dovrà presto
ricredersi come il suo amato fidanzato quando per motivi diversi ed in contesti
assolutamente opposti, verranno a contatto con personaggi strani ed inquietanti
e visiteranno luoghi considerati magici.
Tina Cacciaglia oltre a scrivere la sua, di storia, quella che
s’incastra nell’intreccio propriamente giallo e mistery del romanzo, narra
contemporaneamente anche tutta una serie di storielle, di leggende che
covano e sopravvivono nell’anima
popolare della città. E così che ci conduce nel cimitero delle Fontanelle, dove
si trovano le anime pezzentelle, raccontando che un tempo quelle anime
rappresentate dai teschi vecchi e consunti, venivano adottate da coloro che
cercavano protezione e un qualche favore.
“Certamente,
i vivi sceglievano un teschio e lo poggiavano su un centrino o un cuscino, il
che significava che era in corso l’adozione.”
Ancora oggi
però si possono vedere fiori freschi davanti a quelle teste prive di vita, a
simboleggiare che certe tradizioni non possono essere sradicate soprattutto se
il popolo è tuttora convinto che da essi si possa cavare ancora un miracolo.
I
personaggi del romanzo sono figure eccezionalmente solide, inserite senza
sbavature all’interno del contesto napoletano da cui sono tratte dall’autrice.
Sono i protagonisti di scene reali, fatte di strada, di grida, di pane e di
meraviglia. Come Costanzo o’ Scartellato o Maria a’ Putecara, vecchi che un
tempo se la intendevano e che adesso, proprio in mezzo a quei vicoli storti e a
quelle vite spezzate misteriosamente, diventano l’emblema non solo di quella
superstizione e divinazione odiata ed amata allo stesso tempo, ma soprattutto
della possibile e tanto agognata soluzione.
E’ proprio
nei segreti delle loro vite apparentemente indicibili, legate al culto dei
morti e al superamento dei confini della religione stessa e della fede per
scontrarsi con altre credenze e macchinazioni, che si nasconde il vero
significato di tutta quella apparente e sconclusionata magia.
Un’atmosfera
densa di fumo, di candele, di preghiere rivolte dalla parte sbagliata incarnate
da una donna sinuosa e sensuale, una sirena scura, dal corpo di venere e lo
sguardo di pantera: Agnese, la nipote di Costanzo, emblema di bellezza e
tormento. Colei che incanterà in maniera irreversibile il commissario Lofrate
conducendolo in un tunnel di perversione e di sesso, di scoperte e mistero. Una
donna dal passato tormentato e torbido che cela tra le sue braccia un segreto
troppo grande da poter essere anche soltanto pronunciato. E’ proprio nella sua
figura di femmina battagliera, che l’autrice concentra tutta la
bellezza e la maledizione della città di Napoli.
Essa è
proprio come Agnese, bella da morire ma anche maledetta per quella stessa
bellezza, magica e stregata, capace di incantare chiunque tenti di corteggiarla.
Carlo ne è attratto ma è anche affranto da tale insidiosa meraviglia.
“E’
difficile spiegare ad una donna che l’altra donna è troppo tutta. Troppo
sensuale, troppa curve, troppa carnalità, tutta offerta, tutta senza pudore,
tutta senza richieste.”
Lofrate è
stregato da quella presenza conturbante che non lo lascia respirare, che lo ha
agguantato senza chiedere nulla in cambio, che lo ha preteso senza tirarsi
indietro.
Agnese è la
carnalità di Napoli, la bella città che si fa donna, femmina di sangue e
possesso, figlia diretta dell’ossessione e del tormento. Tra le sue curve scorre
il tragico della vita ma anche l’indemoniata passione di quel mondo oscuro che
sembra essersi raccolto tutto nelle sue mani.
“Carlo
seppe che non voleva e non poteva rinunciare ad Agnese. Qualsiasi cosa Adriana
significasse per lui, svaniva davanti alla carne di quella donna. All’amazzone
che cavalcava sesso e possesso dell’uomo.”
Tra i
quartieri malfamati, le viuzze in cui perdersi, i palazzi antichi e leggendari,
scopriamo una Napoli antica ed eterna piena di doni pronti per essere colti
solo da chi è in grado di sentirli. Sentire i fantasmi che popolano la città di
notte, come quello di Maria d’Avalos, in costante pena d’amore e di morte. Un
luogo mistico e pieno di echi d’altrove, dove l’architettura diventa non solo
simbolo di storie millenarie, ma diventa passaggio che intravediamo, per salire
oltre il confine della nostra realtà e superare quello della porta del mito.
Napoli è
tutta un mito, una leggenda, un canto che incanta ma che incute anche paura, è
un luogo che non è stato mai completamente felice e come tale è pieno di
sospesa malinconia. Un luogo di sangue, di battaglie, di cadaveri ma anche di
sogni e speranze. E’ piena di contraddizioni e di scelte sbagliate, di risate e
di infamie. Napoli non è una città, è un mondo, quello antico e quello moderno,
un eterno scontro tra il popolo e la realtà. E’ negli androni dei suoi palazzi,
nei quartieri storici, sulle scale che portano verso paradisi di cieli
sconfinati che batte ancora il cuore della Storia.
Nel romanzo
di Tina Cacciaglia, nel suo Vico
Pensiero, nei suoi personaggi malinconici e solitari, nella bellezza della
seduzione, dell’avvenenza e della maledizione, ci ho letto l’essenza stessa
della città, ci ho letto nostalgia, sospiri, echi e lontananza. Non è una
storia felice quella raccontata, non lo è neanche per l’epilogo, perché anche
laddove tutto si risolve, in essa rimane
la traccia indelebile del passaggio dell’inspiegabile, così come tra le vene
scure della città del mare si intravede ancora la sofferenza di un luogo troppo
grande, troppo ferito e come tale inguaribile. Ma Napoli è anche e soprattutto
questo, le vedi le sue cicatrici, puoi addirittura contarle, puoi stare a
guardare le sue crepe, le sue discrepanze. E’ umana la città nelle parole
dell’autrice, è capace di ammaliare ma non di distruggere, al limite siamo noi
ad averla distrutta ma la sua anima è immortale, la sua anima ci aiuta a
vivere.
Davvero interessante!!!
RispondiEliminaMetto in lista desideri. Mi piacciono libri del genere dove il reale e l'irreale si mescolano perchè quasi non c'è confine.
Grazie della dritta
Mi fa davvero piacere che ti abbia interessato, Patricia. Felice se lo leggerai! ^^
EliminaE' già nella lista dei desideri dell'ibs... appena ho i soldini, visti che ho fatto una lista lunghetta.... :))))
EliminaNon parliamo di liste lunghe di libri da leggere... XD
EliminaIl problema è che io sono curiosa (forse anche tu, vero?) e leggendo certe recensioni la curiosità non può che aumentare....
EliminaMannaggia!!!!!!
Ciaoooo
Certo che lo sono altrimenti non potrei leggere così tanto ed essere incuriosita da altrettanti libri che non so quando avrò il tempo di leggere *__* Quindi ti capisco perfettamente!
EliminaA presto Patricia! :*
mi piacciono molto i libri noir, la trama di questo è avvincente!
RispondiEliminaAnche a me, soprattutto se scritti molo bene come questo! :-)
EliminaBellissimo questo libro.... mi piace molto la trama....
RispondiEliminaOttimo, Greta! ^^
Eliminachissà che non lo prenda da leggere durante le ferie :)
RispondiEliminaSarebbe una bella lettura Sara! ;)
Eliminala trama mi ha affascinato, mi piacerebbe tanto leggerlo!
RispondiEliminaNe sono felice, Stefy!^^
EliminaBellissima recensione. Ho letto il libro e anch'io l'ho molto apprezzato.
RispondiEliminaAngela Di Bartolo
Grazie mille Angela! :-)
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