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lunedì 18 agosto 2025

Recensione: TOKYO GHOST CAFÈ 17 STORIE DI FANTASMI E UN MAGA di Julian Sedgwick e Chie Kutsuwada

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Gallucci, oggi vi parlo di Tokyo Ghost Cafè 17 storie di fantasmi e un manga di Julian Sedgwick e Chie Kutsuwada.

TOKYO CAFÈ 17 STORIE DI FANTASMI E UN MANGA

di Julian Sedgwick e Chie Kutsuwada
Editore: Gallucci
Pagine: 448
GENERE: Young Adult
Prezzo: 9,99€ - 19,90
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2025
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Julian, straniero curioso, e Chie, coniglio saccente, devono riportare il piccolo Akira alla sua famiglia, lungo una via che si snoda al confine tra luce e tenebre, tra spettri noppera-bō senza volto, fantasmi bakeneko e inquietanti yōkai. Tutto comincia al Tokyo Ghost Café, bizzarra porta d’accesso per l’aldilà, in cui si entra sempre a proprio rischio e pericolo… 17 storie di fantasmi si intrecciano a un manga in un viaggio emozionante all'estremo Nord del Giappone.

RECENSIONE

Tokyo Ghost Cafè 17 storie di fantasmi e un manga di Julian Sedgwick e Chie Kutsuwada è un izakaya letterario, un luogo di ristoro per l'anima dove, tra una pagina di prosa e una tavola manga, ti siedi e ascolti i sussurri dei fantasmi. E credetemi, hanno storie meravigliose da raccontare. 

Fin dalle prime pagine, si viene avvolti da un'atmosfera unica, un incrocio magico tra la malinconia di un racconto gotico horror e il dinamismo di un manga contemporaneo. L'opera è un ponte, non solo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, ma anche tra due linguaggi artistici che qui si fondono con naturalezza. 

La struttura di Tokyo Ghost Cafe è molto affascinante. Da un lato abbiamo la cornice narrativa, disegnata con maestria da Chie Kutsuwada. Seguiamo Julian, un giovane occidentale che funge da perfetto surrogato per il lettore, catapultato in una Tokyo che è molto più di luci al neon e grattacieli. Accanto a lui, un coniglio parlante, guida saggia e irriverente, e il piccolo, silenzioso Akira, un'anima smarrita che deve ritrovare la via di casa. Il loro viaggio lungo il sentiero che costeggia l'aldilà è il filo rosso che tiene insieme la narrazione, un manga silenzioso e potente che parla attraverso sguardi, gesti e paesaggi mozzafiato. Dall'altro lato, a intervallare il viaggio, ci sono le diciassette storie di fantasmi narrate da Julian Sedgwick. E qui, il libro esplode in tutta la sua ricchezza. 

Ogni racconto è un'immersione profonda nel vasto e terrificante universo degli yōkai e degli yūrei. Sedgwick non si limita a riproporre le leggende, ma le reinterpreta, le modernizza, le rende carne e sangue (o ectoplasma, se preferite). Leggiamo di impiegati perseguitati da noppera-bō (i fantasmi senza volto) nei bagni della metropolitana, di antichi bakeneko (gatti mostruosi) che si aggirano tra i tetti della città, di spiriti vendicativi legati a un singolo, tragico momento. La vera magia, però, sta nel modo in cui prosa e manga dialogano. 

La storia che hai appena letto nelle parole di Sedgwick trova un'eco visiva, un contrappunto emotivo nelle tavole di Kutsuwada. Un'ombra disegnata in un angolo, un'espressione sul volto di Akira, un dettaglio nel paesaggio: tutto si collega, creando un'esperienza di lettura stratificata e incredibilmente immersiva. Non stai più solo leggendo una storia, la stai vivendo da due prospettive complementari. 

Il tratto di Chie Kutsuwada è bello. C'è una delicatezza struggente nel modo in cui disegna i suoi personaggi, un'eleganza che riesce a convivere con l'orrore più grottesco degli yōkai. Il suo stile è pulito ma espressivo, capace di trasmettere il terrore di un incontro spettrale con la stessa intensità della tenerezza di un gesto di conforto. Le sue tavole non sono semplici illustrazioni, sono narrazione pura. Spesso prive di dialoghi, si affidano alla potenza della composizione, al gioco di luci e ombre, per raccontare il viaggio interiore dei protagonisti. Il silenzio di Akira diventa assordante, la perplessità di Julian palpabile. E gli yōkai... oh, gli yōkai sono magnifici. Kutsuwada li rende creature complesse, non semplici mostri. Nei loro occhi si legge una storia di dolore, rabbia o tristezza, trasformandoli da antagonisti a parte integrante del paesaggio emotivo del libro. 

Sotto la superficie della ghost story, il libro è una potentissima meditazione su temi universali. L'elaborazione del lutto e della perdita: ogni fantasma, ogni storia, è un'esplorazione del dolore. Il caffè stesso è un luogo di transizione, un limbo dove ciò che è stato lasciato in sospeso deve trovare una conclusione. Il viaggio di Akira per ritrovare la sua famiglia è una metafora straziante del percorso che ognuno di noi compie per venire a patti con la perdita. Il libro suggerisce che il primo passo per andare avanti è ascoltare le storie di chi non c'è più, onorarne la memoria. 

La memoria e il racconto: chi siamo se non la somma delle nostre storie e dei nostri ricordi? Tokyo Ghost Cafe celebra il potere della narrazione come strumento per non dimenticare, per dare un senso al caos e per creare ponti tra le persone. Le storie dei fantasmi non servono solo a spaventare, ma a insegnare, a mettere in guardia, a mantenere vivo il passato nel presente

L'incontro tra culture: la figura di Julian, lo straniero, è fondamentale. Attraverso i suoi occhi, anche noi lettori occidentali ci avviciniamo a una sensibilità, quella giapponese, in cui il confine tra il mondo fisico e quello spirituale è infinitamente più labile. Non è un approccio predatorio o turistico, ma uno sguardo pieno di rispetto e meraviglia, un invito al dialogo tra modi diversi di percepire il mondo e l'ignoto. 

Tokyo Ghost Cafe è un libro che spaventa, commuove e fa riflettere. È un atto d'amore verso il folklore giapponese e verso il potere senza tempo delle storie. Uscirete dalle sue pagine con la sensazione di aver viaggiato lontano, di aver bevuto un caffè in compagnia di spiriti malinconici e, forse, di aver capito qualcosa in più sulla vita, sulla morte e su tutto ciò che sta nel mezzo. 
Un bellissimo libro per ogni amante del fantastico e del Giappone. Non leggetelo, visitatelo. Non ve ne pentirete.


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