Pagine

lunedì 11 novembre 2024

Recensione: IL BOSCO D'INVERNO di Susanna Clarke

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice Fazi, oggi vi parlo di Il bosco d'inverno di Susanna Clarke.

Il bosco d'inverno

di Susanna Clarke 
Editore: Fazi 
Pagine: 100
GENERE: Narrativa/Fiaba
Prezzo: 5,99€ - 10,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟 

Trama:
La diciannovenne Merowdis Scot è una ragazza un po’ strana. Riesce a comunicare con gli alberi e gli animali, ed è davvero in pace solo quando cammina nei boschi; nessuna delle strade che i genitori hanno in mente per il suo futuro la convince, ma per fortuna la sorella Ysolde prova a comprendere le sue inclinazioni e la aiuta come può a essere libera, accompagnandola in mezzo alla natura e lasciando che si prenda cura di tutte le creature che trova, dai cani ai pappagalli, dai maialini ai ragni. Un pomeriggio d’inverno, quando tutto è ricoperto di neve e in apparenza regna il silenzio, Merowdis sta passeggiando insieme ai suoi cani e alla maialina Apple. Il suo animo è inquieto e, dopo aver confessato agli alberi e a chiunque sia in ascolto i suoi desideri più nascosti, una serie di incontri inaspettati la trattiene nella foresta fino al calare delle tenebre, cambiando per sempre il corso della sua vita.

RECENSIONE

Ho letto questo libro velocemente perché tra poco è Natale, (eh, lo so, non tanto poco, ma comunque le vibes ci sono), e quindi volevo parlarvi di Il bosco d'inverno di Susanna Clarke che è come un sogno, una magia, un’illusione a occhi aperti che ti fa volare con l’immaginazione e che ti colpisce tutti i sensi. 

Poco prima di Natale Ysolde e sua sorella minore Merowdis viaggiano su un calesse verso il bosco, accompagnate dai loro animali, tra cui una maialina chiamata Apple. (Io subito innamorata.) 
Attraverso il dialogo tra le sorelle, scopriamo il contrasto tra i loro caratteri: Ysolde appare più pragmatica e realista, mentre Merowdis rivela una natura sensibile e quasi mistica, affezionata agli animali e profondamente connessa alla natura. La relazione tra le sorelle rappresenta due prospettive diverse sulla vita: la praticità e il misticismo. 

Giunte al cancello del bosco, Ysolde lascia Merowdis a passeggiare da sola. Il bosco diventa per lei un luogo di rifugio e introspezione. Attraverso la sua connessione con il mondo naturale, Merowdis mostra una profonda empatia per gli animali e un rifiuto delle distinzioni tra uomo e natura, considerandoli tutti parte di un’unica famiglia spirituale. 

La protagonista incarna l’idea che la spiritualità non risieda necessariamente nelle istituzioni religiose, ma possa trovarsi anche nella natura stessa. Questo aspetto suscita riflessioni su come il nostro legame con la natura possa sostituire o integrare le tradizionali forme di spiritualità. È quello che ho sempre pensato anche io. Per essere spirituali non si deve andare per forza in chiesa, è la Natura che mi ha sempre trasmesso un senso di qualcosa di nettamente superiore; il solo guardarla, osservarla, mi trasmette una potenza inaudita che a volte mi annichilisce per la sua superba e suprema bellezza

Il desiderio di Merowdis di fondersi con la natura suggerisce che la virtù non risieda sempre nel conformarsi alle norme sociali, ma nel seguire il proprio sentiero verso una verità interiore. Desidera essere madre, ma in un senso che trascende i confini sociali: non è tanto il ruolo di genitore biologico che la attrae, quanto l’idea di prendersi cura e di dare amore incondizionato anche a ciò che è diverso o selvaggio. Questo elemento sfida le concezioni tradizionali di maternità, suggerendo che l’amore materno possa estendersi oltre l’umanità e le relazioni familiari convenzionali. Inoltre, la storia critica indirettamente la società che, incapace di comprendere individui come Merowdis, spesso li esclude o li considera eccentrici, non riconoscendo il valore della loro ricerca spirituale. 

Il romanzo propone una società che fatica ad accettare la diversità di pensiero e di stile di vita, mostrando quanto sia difficile per le persone che non si conformano trovare un senso di appartenenza. Il suo è un viaggio interiore che esplora i confini della propria identità. È un personaggio neurodivergente: non percepisce confini tra sé e gli altri esseri viventi, umani o animali, e vive in uno stato di continua empatia con l’ambiente. La sua lotta interiore per conciliare il bisogno di appartenenza con il desiderio di autenticità è anche un’esplorazione della solitudine, una condizione che accompagna molte persone particolarmente sensibili o inclini all’introspezione. 

Il suo desiderio di un figlio, nonostante la mancanza di un partner o di un legame tradizionale, rappresenta una ricerca di significato e di pienezza, ma anche di un amore incondizionato che le manca nel mondo umano. Questo desiderio materno è in parte un riflesso del bisogno di colmare il vuoto interiore e di trovare uno scopo che vada oltre il singolo individuo. 

È una storia che invita a riflettere su temi universali: l’accettazione di sé e degli altri, la ricerca dell’equilibrio tra appartenenza e individualità, e il significato di un amore che trascende le convenzioni. L’autrice crea un personaggio complesso, Merowdis, che sfida le norme sociali e morali per avvicinarsi a una verità personale e spirituale, ricordando che il cammino verso la piena realizzazione può essere solitario e incomprensibile agli altri, ma è l’unico percorso verso la propria autenticità. 

È un racconto che accoglie perfettamente il clima natalizio e vi farà sentire coccolati e amati da ciò che vi circonda perché la natura è ovunque, e possiamo amarla senza riserve, amando attraverso di essa, anche noi stessi.

Nessun commento:

Posta un commento