Buon
martedì lettori! La recensione di oggi è dedicata al romanzo di Monica
Florio,
autrice napoletana di cui ho già avuto modo di leggere altre interessanti pubblicazioni,
intitolato Puzza
di bruciato. Una storia che affronta molti aspetti è che non è semplicemente un
giallo umoristico ma molto di più.
Curiosi?
Leggete e ditemi le vostre impressioni.
Titolo: Puzza di bruciato
Autore: Monica Florio
Editore: Homo Scrivens
Pagine: 134
Genere: Giallo umoristico
Prezzo: € 14,00
Uscita: Settembre 2015
TRAMA
Nick Drake,
titolare della scalcinata agenzia A prova d’errore, si imbatte nella toilette
del cinema Vittoria nell’assicuratore Carlo Testa. Preoccupato per la
prolungata assenza del compagno, l’editor Stefano Di Nardi, Testa si affida a
lui dopo aver chiesto invano aiuto alla polizia. Drake rinviene nell’abitazione
dello scomparso un’agenda e il manoscritto di Spoglie immortali, romanzo scritto
da Di Nardi e poi venduto al giovane scrittore Christian Blasi. Da qui si
troverà avviluppato in un’oscura trama di furti e vendette. Giallo umoristico
ambientato nella Napoli contemporanea, Puzza di bruciato allude
all’emarginazione colta nelle sue sfumature - genetiche, sociali e sessuali - e
racconta il percorso di maturazione di Nick a opera della cultura. Attraverso i
libri, il cinico Nick Drake acquisirà uno sguardo libero da pregiudizi su di sé
e la realtà che lo circonda.
Monica Florio: nata a
Napoli nel 1969, è Press Office/Communication & PR Manager. Giornalista
pubblicista, scrive di disagio giovanile e di realtà discriminate (disadattamento,
handicap, omosessualità). Ha pubblicato il saggio Il guappo – nella storia,
nell’arte, nel costume (Kairòs Edizioni, 2004), la raccolta di racconti Il
canto stonato della Sirena (Ilmondodisuk Libri, 2012) e il romanzo di narrativa
scolastica La rivincita di Tommy. Una storia di bullismo omofobico (La Medusa
Editrice, 2014). Collabora con la rivista L’Isola e il portale www.literary.it.
Monica Florio con Puzza di bruciato ci introduce in un mondo tinto di giallo e di una
disastrosa intolleranza in perfetta sintonia con il mondo di oggi e le sue
funeste e vergognose crepe. Le sue pubblicazioni sono sempre dedicate alla
narrazione degli aspetti meno esaltati del nostro vivere sociale, a quelle
vicissitudini che la maggior parte preferisce celare e a quelle fragilità
facilmente mira di cattivi e subdoli attacchi da coloro che si considerano i
più forti.
Il protagonista, Nick Drake è un investigatore alle
prese con un caso apparentemente difficile e spassionatamente misterioso che
coinvolge un uomo che ha visto scomparire nel nulla il proprio compagno e che
cerca aiuto per ritrovarlo. La storia si presenta sin dall’inizio abbastanza
ingarbugliata e Nick dovrà indagare e avvicinare tutte le persone
ipoteticamente in contatto con lo scomparso prima della sua sparizione.
Durante
questa ricerca apparentemente infruttuosa e sterile, l’investigatore entrerà in
contatto con un mondo difficile ed illusorio, quello dell’editoria poiché lo
scomparso era un editor che aveva venduto il proprio romanzo ad un altro
scrittore sotto lauto compenso. Stefano Di Nardi era un ghostwriter, una
professione di cui si discute molto proprio di questi tempi e sulla quale ci
sarebbe davvero da riflettere molto, soprattutto considerando i pro e i contro
di un’attività che senz’altro mercifica la creatività a favore dei soldi, i
cari vecchi soldi, che fanno comodo a tutti.
Al di là del valore morale di questo
tipo di scelta, ciò che la Florio racconta è una vicenda nella quale si
mescolano molti fattori e tutti estremamente attuali sullo sfondo di una città,
quale Napoli, che accoglie sempre e comunque a braccia aperte, qualsiasi trama
le si voglia offrire. E’ troppo grande la città, troppo densa, troppo aperta a qualsiasi
racconto, bello o brutto, per non lasciarsi evocare dalla penna consapevole
dell’autrice, che di essa realizza un quadro perfetto, meticoloso, estremamente
dettagliato, rendendola un contesto delizioso anche per una storia dalle tinte
che scivolano nel giallo.
“Era la mia città, Napoli, in cui
avevo sempre vissuto e che non avrei mai abbandonato nonostante la
disoccupazione, la cronica disorganizzazione e tutti quei problemi la cui
soluzione -cavallo di battaglia delle varie amministrazioni- veniva
procrastinata di anno in anno un po’ come le profezie che annunciavano l’imminente
fine del mondo.”
Per me che conosco Napoli come le
mie tasche è stata una lettura che mi ha permesso di esserci e di seguire passo
passo gli spostamenti di Drake impegnato nelle sue indagini ed ha fatto in modo
che l’autrice avesse la scusa perfetta per lasciarsi andare alle descrizioni
compiaciute e particolareggiate dei luoghi più caratteristici della città.
Nick è taciturno, ironico, un po’
cinico, solitario, ma il suo personaggio
è reso con sapienza e con cura. Ne conosciamo l’aspetto fisico, ed il carattere
emerge ancora più chiaramente nei momenti in cui la Florio lo paragona, seppur
involontariamente, con quello del fratello Giacomo, in tutto il suo opposto.
Nick è sbrigativo, veloce, pratico, non ama perdere tempo ed è estremamente diretto,
può risultare anche un po’ antipatico ma il suo ruolo ne conviene.
La tematica del fascino della
ricchezza si ripete di frequente all’interno del romanzo e si comprende
lentamente quanto e come non lasci indifferente nessuno, a cominciare proprio
dal protagonista.
“Eh, il fascino della ricchezza… Non avevo mai scritto un libro in vita mia, nemmeno da ragazzo per far
colpo sulla bella di turno. Eppure, se avessi avuto un briciolo di talento, non
avrei ceduto ad altri le mie storie.”
Lo stile dell’autrice è chiaro e
pulito, con una trama apparentemente leggera è capace di introdurre tematiche
importanti e profonde come quelle della creatività, dell’omosessualità, della
ricchezza, della mercificazione del genio, argomenti attuali e vittime di
personalissime interpretazioni.
Drake è un personaggio molto
riuscito, è credibile, razionale quanto basta, piuttosto disilluso di fronte
all’amore e alle certezze della vita. La lettura è piena di colpi di scena e
non lascia insoddisfatti di fronte alla rivelazione finale.
Napoli è una perfetta padrona di
casa, dolce incantatrice, irriverente accompagnatrice nelle sue conturbanti
linee artistiche e monumentali, nella sua vecchia e nuova faccia, e con la sua
eterna atmosfera stralunata che si presta alla perfezione per un gioco di
vicende in cui persino i sogni hanno il loro ruolo.
“Era l’ora di punta e il bar si stava
affollando. Napoli è una città in cui si mangia sempre e con gusto come in un
rito compensatorio perché davanti ad una pizza fritta o a una tazzina di caffè
non si è mai soli e si dimentica la malinconia.”
L’aspetto sociale è molto forte,
tutti i romanzi della Florio non sono mai fine a se stessi, non offrono mai una
storia semplicemente di intrattenimento, ma vanno a scavare, seppur senza
alcuna pretesa di svelare chissà quale segreto, nella vita che viviamo e negli
aspetti umani che tutti affrontiamo quotidianamente.
Il senso di potere è determinante in
netto contrasto con le scelte private mentre l’aspetto illegale è in
opposizione perenne con l’emarginazione che è il vero fulcro dell’opera.
Dietro le appariscenti e quanto mai
formali rappresentazioni del vivere sociale con i suoi vuoti e le sue
denigrazioni, emerge una sorta di idealismo sofisticato e consapevole che dopo
tutto questo stanco mercificare, conduce l’attenzione su qualcosa di più
positivo e di valore: le affinità, il senso ed il rispetto della propria
identità.
Monica Florio dimostra grazia e
competenza anche cimentandosi in questo genere di romanzi; con intelligenza e
puntualità pone l’attenzione su interessanti riflessioni e su una sensibilità
profonda e rara che da sempre la contraddistingue.
Puzza di bruciato non è un titolo
messo a caso. Leggendolo può essere ricondotto a molti aspetti ed elementi
della storia ma più di tutti si riferisce sicuramente all’emarginazione.
"L’emarginazione ha tante sfumature –
pensai- nell’inforcare gli occhiali da sole che accentuavano la mia virilità –
ma un solo odore e si sente a un miglio
di distanza come la puzza di bruciato.”
Ciò che emerge, dunque, è qualcosa
di preciso, di incisivo, arriva direttamente al cuore del problema e tu non
puoi non sentirlo. Tu che vivi come me questo mondo, questo oggi che forse non
è mai stato così dannato, in cui l’emarginazione è vissuta in ogni angolo, in
ogni parte del mondo e più che mai è necessaria forza e consapevolezza per
combatterla, non puoi non fare almeno un
plauso a questa autrice che tra le mille storie che potrebbe scrivere, dedica
ogni volta un suo scritto ad un tema così dilaniato e scottante, il tema del
diverso in tutte le sue forme.
E Napoli, la meravigliosa città dai mille
contrasti, si mostra ancora una volta tollerante e presente, lì, spavalda e
battagliera, per essere ancora una volta la co-protagonista di una storia che
non puzza di bruciato ma profuma di intelligenza, quella che a molti
intolleranti manca.
Napoli, la nostra città!
RispondiEliminaVero! ^_^
EliminaMolto bella la recensione, il libro sembra interessante
RispondiEliminaGrazie!
EliminaMolto bella !!
RispondiEliminaComplimenti !!
Grazie! ^^
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