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lunedì 3 giugno 2024

Recensione: CONIGLIO MALEDETTO di Bora Chung

Buongiorno! Grazie alla collaborazione con la casa editrice La Tartaruga, oggi vi parlo di Coniglio maledetto di Bora Chung.

coniglio maledetto

di Bora Chung
Editore: La Tartaruga
Pagine: 288
GENERE: Racconti
Prezzo: 11,99€ - 19,00
Formato: eBook - Cartaceo
Data d'uscita: 2024
LINK D'ACQUISTO: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟 

Trama:
Come bisogna reagire quando qualcuno ci confessa di «non aver mai letto un libro così?» E quanti libri meritano una definizione di rottura e originalità, arrivando a rappresentare qualcosa di unico in un panorama editoriale affollato? Su "Coniglio maledetto" di Bora Chung ci sono pochissimi dubbi: è un libro di questo tipo. Nell’arco di dieci racconti, riesce a creare mondi che spaziano dall’horror coreano alle fiabe russe, dalla fantascienza al romanticismo masochista, mescolando i generi per renderli quasi indistinguibili l’uno dall’altro, fino ad arrivare a chiudere quei mondi o a farli esplodere nelle maniere più inaspettate. Per chi ama la scrittura di Angela Carter, Ottessa Moshfegh e Sayaka Murata, questa raccolta di racconti, già tradotta in 22 paesi, si presenta con una reputazione quasi magica: le sue favole surreali e agghiaccianti ci portano in un mondo in cui conformismo e oppressione sociale generano maledizioni da infrangere con nuove forme di vendetta e violenza, ma a volte anche con una risata surreale. La scrittura di Bora Chung ricorda la dolcezza delle fiabe di infanzia prima che ne scoprissimo i risvolti più oscuri e ci imbattessimo per la prima volta nel sangue delle principesse; ci ipnotizza con le tradizioni di un mondo antico o scomparso per portarci fuori dal tempo e dentro a un cosmo oscuro che fa paura, ma è anche pieno di una “malata bellezza”; e ci lascia storditi, come i personaggi delle sue storie, dai legami nascosti del nostro corpo, ineluttabilmente legato a questa vita. "Coniglio maledetto" è un libro che urla per essere letto fino a tarda notte e passato alla persona più vicina il giorno do

RECENSIONE

Coniglio maledetto di Bora Chung è una raccolta di racconti che spaziano dal fantasy all’horror e affrontano temi importanti come il ruolo della donna, della famiglia, della società. 

Una scrittrice audace, visionaria, delirante che si pone come obiettivo quello di sconvolgere e far riflettere, in realtà fa molto di più. A me ha fatto sorridere in alcune occasioni, perché certe dinamiche sono davvero assurde, seppur conservano un fondo di verità agghiacciante, davanti a cui non puoi far finita di niente, a meno che tu non sia stupido o folle, o semplicemente non voglia vedere che l’autore è magistralmente inquietante, altrettanto soddisfacente nel farti tremare di riso e di paura. 

Le lacrime del terrore e di quelle della risata più abietta sono un elemento frequente in questi racconti dove devi armarti di grande forza d’animo e importi di non lasciarti condizionare da quel coniglio, che incontri nel primo racconto, che ti fissa in modo sinistro e che rappresenta una maledizione all’interno di una famiglia di gente che per generazioni non fa che produrre feticci per celebrare maledizioni. – “Gli oggetti destinati a una maledizione devono essere di bella, bellissima fattura, diceva sempre mio nonno.” 
Ma la vendetta produce due tombe: quella della persona a cui è rivolta e quella di chi la compie. – “Chi cerca vendetta deve scavare due tombe.” 

Brividi. 
Tanti brividi, amici miei. 
Perché già la copertina è un flash a occhi aperti. Ma l’avete guardata, sì? Non osservatela a lungo, ve ne prego, altrimenti farete la mia stessa fine, vi rimarrà impressa nella retina e dopo il mondo assumerà i colori psichedelici, un misto di viola orrorifico e di rosa sgargiante e non vi apparirà più così sicuro. 

Ahimè, Bora Chung vi cambierà e vi farà vedere i conigli della classica fiaba di Alice, come una grande tarantella fatta di colori fulgidi e immensi, dove gli occhi dell’animale più innocuo al mondo si colorano di rosso per celebrare il sangue. 

Ed è difficile non lasciarsi soggiogare dalla testa protagonista del primo racconto. Una testa fatta di rifiuti umani che una donna trova in qualsiasi bagno entri. Questo è proprio un incubo, di quelli che ti fanno uscire fuori di melone. La famiglia le dice di non preoccuparsi, è una sciocchezza, che male può farle quella testa che poi, in fondo, è fatta di se stessa? Tanto innocua non è, perché la disperazione sconfiggerà la donna e la porterà a soccombere fino a quando la testa non prenderà il suo posto. Una testa che si trasforma, pagina dopo pagina in una donna bellissima e perfetta mentre la protagonista andrà lentamente scomparendo. – “Ora quella non era più solo una testa, ma un essere umano intero. Ed era in piedi, dietro di lei. Quel viso in tutto e per tutto identico al suo da giovane le stava sorridendo.” 

Una critica feroce verso il ruolo delle donne, è questo quello che l’autrice fa. Donne che non vengono mai ascoltate, i cui pensieri vengono liquidati come piagnucolanti paturnie a cui nessuno presta ascolto. La donna è inferiore, e lo si evince anche dal fatto che la testa prende il sopravvento e tutti quelli che le sono intorno la accusano che è tutta colpa sua. 

La stessa cosa accade in un altro racconto dove sempre una donna è ossessionata dall’assunzione di pillole anticoncezionali e poi rimane incinta. Anche in quel caso i medici diranno che è solo colpa sua perché ne ha prese troppe. L’autrice si conferma fermamente interessata a parlare della donna e di come venga considerata un rifiuto dalla società, oppure come una persona del tutto inutile se non ha un uomo accanto. Infatti, alla protagonista di questo racconto verrà detto che il bambino NON crescerà normale se non si affretta a trovare un padre per lui. Critica feroce contro il patriarcato, ma anche nei confronti del capitalismo imperante. 

C’è un racconto molto bello in cui un uomo trova una volpe ferita che sanguina oro. Invece di liberarla, la tiene imprigionata mantenendola viva e facendola sanguinare continuamente per arricchirsi. Diventa ricco ma quando gli nascono due figli, scopre che anche il maschio sanguina oro solo se beve il sangue di sua sorella. Insomma, non vi dico altro, la storia continua in modo raccapricciante, grottesco e spaventoso per poi concludersi con una maledizione che già dalle prime righe aveva messo il protagonista sotto una luce terribile. – “All’uomo prese un colpo. In quel momento vide che dalla caviglia della volpe schiacciata dalla tenaglia fuoriusciva un liquido scintillante. In sostanza, non perdeva sangue, ma qualcosa di simile all’oro.” 

Protagonisti avidi e misogini, perché sono sempre le donne a soccombere. La volpe è femmina, la figlia è femmina, la moglie che muore, è donna. Le donne esistono solo per servire gli uomini ma l’odio verso di loro non porta ad altro che alla morte. L’idea del mondo che ne viene fuori è disperata. Gli uomini desiderano solo il potere ma vengono miseramente corrotti, perdono tutto mentre non guardano in faccia a niente e a nessuno. I personaggi femminili sono vittime, perdono la loro libertà o non l’hanno mai avuta, vivono in una realtà che esprime la parte più feroce del patriarcato. I racconti sono brutali, surreali, ma hanno una motivazione precisa: un finale morale che le rende apprezzabili. 

Non sono racconti per tutti. Tenersi alla larga deboli di cuore o gente con il cuore buono e puro che non vuole essere intaccata da una mente alienata e alienante come quella di chi scrive. Non c’è speranza, o redenzione. Se leggete vi assumete tutte le responsabilità del caso. 

Tenete presente che potrebbero urtare la sensibilità di chiunque perché sono tanti i temi forti che vengono descritti. 
Ma che ci importa. 
Chi lo ha letto sa che certe letture fanno ridere ma fanno anche paura. 
Insomma, si tratta di emozioni che arrivano come sprangate sulla testa e sul petto. 
Se proprio non potete farne a meno. 
Benvenuti nel mondo del coniglio maledetto. 
Lo sentite ridere?

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