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martedì 5 maggio 2020

Recensione: MORGANA di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri

Buongiorno cari lettori! Oggi vi parlo di un libro scritto da Michela Murgia e Chiara Tagliaferri, intitolato Morgana. Un testo che racconta la vita e le innovazioni apportate nel nostro mondo da dieci donne straordinarie. Un libro che vi consiglio di non perdere.

morgana
di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri

Editore:  Mondadori
Pagine: 240
GENERE: Romanzo
Prezzo: 9,90 € - 19,00 
Formato: Ebook - Cartaceo
Data d'uscita: 2019
Link d'acquisto: ❤︎
VOTO: 🌟🌟🌟🌟🌟

Trama:
Controcorrente, strane, pericolose, esagerate, difficili da collocare. E rivoluzionarie. Sono le dieci donne raccontate in questo libro e battezzate da una madrina d’eccezione, la Morgana del ciclo arturiano, sorella potente e pericolosa del ben più rassicurante re dalla spada magica. Moana Pozzi, Caterina da Siena, Grace Jones, le sorelle Brontë, Moira Orfei, Tonya Harding, Marina Abramovic, Shirley Temple, Vivienne Westwood, Zaha Hadid. Morgana non è un catalogo di donne esemplari; al contrario, sono streghe per le donne stesse, irriducibili anche agli schemi della donna emancipata e femminista che oggi, in piena affermazione del pink power, nessuno ha in fondo più timore a raccontare. Il nemico simbolico di questa antologia è la “sindrome di Ginger Rogers”, l’idea – sofisticatamente misogina – che le donne siano migliori in quanto tali e dunque, per stare sullo stesso palcoscenico degli uomini, debbano sapere fare tutto quello che fanno loro, ma all’indietro e sui tacchi a spillo. In una narrazione simile non c’è posto per la dimensione oscura, aggressiva, vendicativa, caotica ed egoistica che invece appartiene alle donne tanto quanto agli uomini. Le Morgane di questo libro sono efficaci ciascuna a suo modo nello smontare il pregiudizio della natura gentile e sacrificale del femminile. Le loro storie sono educative, non edificanti, disegnano parabole individuali più che percorsi collettivi, ma finiscono paradossalmente per spostare i margini del possibile anche per tutte le altre donne. Nelle pagine di questo libro è nascosta silenziosamente una speranza: ogni volta che la società ridefinisce i termini della libertà femminile, arriva una Morgana a spostarli ancora e ancora, finché il confine e l’orizzonte non saranno diventati la stessa cosa.

RECENSIONE

Morgana è un libro molto accattivante e sorprendente. Le due autrici, Michela Murgia e Chiara Tagliaferri, raccontano, dal loro punto di vista, la vita e le innovazioni di dieci donne che hanno rappresentato una leggenda, un mito, o delle vere proprie eroine del nostro mondo. 

È un libro tutto incentrato sulla donna, sulla femminilità e sugli aspetti originali e anche spesso assurdi di queste personalità che hanno cambiato la storia. Le autrici raccontano le loro vite, e estrapolano le personalità più avvincenti nell’ambito della religione, come Caterina da Siena, della letteratura, come le sorelle Bronte, del circo come Moira Orfei, dello spettacolo come Moana Pozzi, e c’è n’è per tutti i gusti passando per la musica, lo sport, l’architettura e l’arte in tutte le sue forme. 
Sono storie che non tutti conoscono. Soprattutto perché sono condite di aneddoti particolari che le rendono interessanti.

Mi piace l’oscenità; mi annoia invece la volgarità, 
che è di cattivo gusto e basta.

Dunque, l’intento di quest’opera, qual è? Come si evince dal titolo e dal sottotitolo, si tratta di una sorta di messa in guardia e di volontà di far conoscere la vera storia di queste donne considerate un po’ disturbanti, come lo era la stessa Morgana. 

Morgana, come racconta la leggenda, era una strega. Nella società di quei tempi, e forse, persino nella nostra, queste donne, sono considerate come streghe. Soprattutto per un motivo fondamentale: sono donne. In società in cui era l’uomo a dettare legge e dove non c’era spazio per le protagoniste femminili nella maggior parte dei contesti, queste figure sono profondamente ribelli, sia per quello che hanno fatto, ma soprattutto, per quello che pensavano e dicevano. 

Pensiamo a Moana Pozzi, alle sue scelte, così anticonformiste, incredibili, assurde, anacronistiche, per l’epoca. Lo stesso equivale per Caterina da Sienauna popolana ignorante che seduce gli ingenui – una donna con un potere così immenso, che sin da piccola, decise che non sarebbe stata una donna come tutte le altre, con un matrimonio e dei figli, ma sarebbe vissuta da sola, incarnando un unico ideale: la fede.

Non seguo gli scandali, io li creo.

Anche le sorelle Bronte hanno segnato la storia della letteratura e la storia dell’epoca in cui vissero. Così piene di solitudine, di arte e di magia da voler creare uno spaccato profondo tra la letteratura prima e dopo di loro. Pensiamo a Jane Eyre e a Cime Tempestose, due capolavori assoluti che hanno cambiato il modo di interpretare i romanzi e hanno modulato i gusti dei lettori, proponendo storie oscure, intimiste, gotiche, e al di fuori di qualsiasi propensione verso la speranza. Le sorelle Bronte, soprattutto Emily, si sentivano come dei fantasmi. E di fantasmi hanno riempito la scrittura, che non è stata più la stessa dopo di loro. 

Pensiamo a Marina Abramovic, assoluta artista contemporanea. Una donna che – non vuole scandalizzare ma scandagliare e lavora su se stessa per sottrazione empatica: si fa catalizzatore e specchio costringendo chiunque la guardi a tirare fuori ciò che di sublime o mostruoso prova. Una folle, una pazza, amata e odiata, disposta a usare il suo corpo, senza alcuna riserva o limite, per raccontare il suo modo incredibile di fare arte. La sua genialità artistica, in tutte le sue forme, tocca le corde più sensibili dell’animo umano, e dopo un’esperienza vissuta al suo cospetto, certamente, quello che ti ha dato, ti resta dentro per sempre. Le sue azioni – permettono di pensare che tutto sia possibile, anche ucciderla, perché il suo modo di vivere l’arte dà a te la responsabilità di fermarti o l’irresponsabilità di non fermarti mai. 

Se sei un uomo forte, sei un professionista. Se sei una donna forte, sei una stronza.

Storie di donne che non si sono fermate davanti a nulla. Mentre leggevo, interpretavo quei racconti, veri, non con un intento polemico, come spesso è stato additato questo testo. Ma come un input per migliorare me stessa e per prendere esempio da queste donne capaci di superare qualsiasi ostacolo – semplicemente perché credevano in loro stesse. Leggendo quello che hanno fatto, dove sono arrivate, e quello che oggi rappresentano, ho capito che solo una cosa è fondamentale per arrivare dove vuoi: la fede nei tuoi sogni. 

Mai lasciarsi abbattere, perché chiunque è stato umiliato, depresso, oltraggiato. Anche loro, pur nella loro grandezza, sono state offese, fermate, distrutte da qualcosa o qualcuno, eppure credevano molto di più in se stesse che negli altri.

Ci si mette tutta la vita a diventare se stesse e il mutamento è l’unica identità 
a cui vale la pena restare fedeli.

Questa credo sia la chiave di lettura più importante. Lasciar perdere ciò che viene detto nel sottotitolo dell’opera, ossia che le mamme non vorrebbero mai che le loro figlie leggessero queste storie. Lasciar perdere questi inutili intenti polemici e provocatori e concentrarsi sul messaggio. Non quello che il libro dice, ma quello che le vite di queste donne ci hanno tramandato. 

Mai lasciarsi abbattere. Mai perdere la fede in ciò che siamo e in ciò che possiamo fare. Perché se falliremo – magari falliremo comunque – almeno lo avremo fatto grazie a noi stesse e perché ci abbiamo provato, fino alla fine, fino alla morte. E oltre. 
Queste donne hanno frantumato tutte le barriere – razza, sesso, religione. Quei frantumi non sono altro che i pezzi in cui volevano smembrarle per distruggerle. Loro sono state più forti, hanno tentato di tenere insieme quei pezzi rotti. Ma come tutte le persone – che tengono insieme i propri frantumi – è impossibile avvicinarle senza vederne i lati taglienti. E a volte, senza ferirsi.

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