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martedì 31 maggio 2016

Nuova uscita Mondadori: Calendar Girl di Audrey Carlan dal 14 Giugno in libreria!



CALENDAR GIRL
di AUDREY CARLAN

In pre-order a questo link!

http://calendargirlitalia.com/gennaio


Pubblicato da una piccola casa editrice indipendente ha venduto quasi 3 milioni di copie in America.

Il primo volume della serie uscirà in Italia il 14 giugno per Mondadori
A seguire tra luglio e settembre gli altri 3 volumi (Calendar Girl – aprile – maggio – giugno; Calendar Girl – luglio – agosto – settembre; Calendar Girl – ottobre – novembre – dicembre).

I romanzi, inizialmente pubblicati uno al mese durante il 2015, sono arrivati nelle primissime posizioni della bestseller list del “New York Times”, “Usa Today” e “Wall Street Journal”. Il canale ABC ha opzionato i diritti per l’adattamento dei romanzi per una serie tv in America.



ROMANTICO SEXY TRAVOLGENTE
Un anno così forse è il sogno che ogni donna vorrebbe vivere. Ma tu lo faresti?...

Avevo bisogno di soldi, tanti soldi. In ballo c’era la vita di mio padre. Io però non avevo un centesimo, per arrivare a fine mese facevo la cameriera. Non avevo un amore e, diciamolo, all’amore, quello con la A maiuscola, non ci credevo neanche più tanto. Le mie storie fino ad allora erano state solo fonti di guai e delusioni. Mi hanno offerto un lavoro. Recitare il ruolo della fidanzata di uomini di successo. In pratica per un mese dovevo fingere di essere la loro compagna davanti agli occhi di tutti e in cambio ognuno di loro sarebbe stato disposto a pagarmi centomila dollari. 12 mesi, 12 città, 12 uomini ricchi, famosi, inarrivabili, 12 ambienti esclusivi, 12 guardaroba diversi. Più di un milione di dollari. Il sesso, chiariamoci, non faceva parte degli accordi. Quello dipendeva e dipende sempre solo da me. L’amore neanche quello faceva parte del piano. Ma intanto quello non dipende da nessuno...
Gennaio, Los Angeles, uno sceneggiatore con un corpo sexy quanto la sua mente. 
Febbraio, Seattle,un artista francese in cerca della sua musa. 
Marzo, Chicago, un ex pugile imprenditore dal cuore spaventato.
Tutti uomini da sogno. Che poi sono persone. Intriganti, fragili, che hanno paure, segreti e verità
nascoste. Loro hanno scelto me. Per un mese sono entrati nella mia vita. Tutti mi hanno lasciato qualcosa. E uno mi sta chiedendo di cambiare le regole del gioco... ma l’amore, tutti lo sanno, di regole non ne ha. Ho intrapreso questo viaggio perché era l’unico modo per salvare la vita di mio padre. Mi sono fidata, ho buttato il cuore oltre l’ostacolo. Ed è iniziata la favola.
Il viaggio ha salvato la mia, di vita.
Trust the journey,
Mia”


Audrey Carlan Vive con il marito e due figli nella California Valley.

Petali di recensioni: Una vita appassionata di Lyndall Gordon e Shirley di Charlotte Bronte!

Buon martedì! Grazie alla Fazi ho letto sia Una vita appassionata di Lydall Gordon e sia Shirley di Charlotte Bronte. La prima è una biografia molto particolare della più grande delle sorelle Bronte mentre il secondo è un romanzo per lungo tempo sottovalutato, pubblicato dopo il capolavoro Jane Eyre. Due libri che ho apprezzato moltissimo e che mi hanno aiutato a conoscere ancora più da vicino una delle mie autrici preferite.



Titolo: Una vita appassionata
Autore: Lyndall Gordon
Editore: Fazi
Pagine: 498
Prezzo: 18,00
Uscita: 2016
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TRAMA


In un’epoca in cui la ricerca della visibilità e della fama personale sembra dettare lo spirito dei tempi, leggere la biografia di Charlotte Brontë è quanto mai illuminante. L’autrice del capolavoro Villette, di Shirley e Il professore, nonché di Jane Eyre, immediato successo all’epoca della sua pubblicazione e ormai classico intramontabile, scelse l’anonimato dello pseudonimo Currer Bell, con cui firmò tutti i romanzi, si calò nell’insignificante esistenza dell’istitutrice e interpretò il ruolo della figlia obbediente prima e della moglie devota poi. Eppure, nell’«ombra», ci racconta Lyndall Gordon, Charlotte seppe trovare le parole per dare voce alla propria esperienza e fece affiorare in superficie un mondo interiore rimasto celato. L’impatto con la società vittoriana fu «esplosivo»: una donna che esprimeva con candore i propri pensieri e sentimenti, che impiegava l’ironia nei confronti della società e dei costumi, era veramente una donna? Non andava forse considerata poco femminile? Ai contemporanei apparve “volgare”. Ma quella voce che si sollevò dall’oscurità ancora ci conquista con le sue intime rivelazioni, e il «fuoco» che bruciava in Charlotte tuttora infiamma le pagine dei suoi libri. Le vicende umane della ragazza apparentemente schiva e docile nata in una canonica immersa nelle brughiere dello Yorkshire si intrecciano in profondità ai suoi romanzi, che hanno sempre un nucleo autobiografico, illustra Gordon. Ancora oggi Charlotte parla a chi cerca di «elevarsi» superando gli ostacoli sul proprio cammino, a chi desidera un amore che vada oltre le convenzioni, come fu il suo per l’insegnante belga che l’aiutò a scoprire la propria vocazione di scrittrice e per l’editore londinese che rivelò il suo talento al mondo. Chi prende parola dall’ombra, ci insegna la vita di Charlotte, non parla tanto per sé, ma assume una voce universale, che guarda a un tempo a venire.


Una vita appassionata è un must, una lettura doverosa per tutti coloro che amano Charlotte Bronte e hanno davvero voglia di conoscere e di esplorare cosa si nasconde dietro le biografie ufficiali ma soprattutto dietro l’immagine tormentata, inquieta e fin troppo chiusa e fredda che ci ha sempre mostrato la critica ufficiale. 
La vita di Charlotte non è stata soltanto quella a cui ci hanno abituato a credere ma soprattutto il suo carattere, la sua personalità non si sono esauriti nella sua volontà di chiusura, nel suo amare le atmosfere buie e silenziose e nel suo pensare costantemente a un mondo altro. Il suo istinto, fin troppo spesso messo da parte perché non stava bene in rapporto ad una fanciulla dell’epoca, è sicuramente la parte più affascinante della sua complessa personalità che l’ha resa capace di scrivere storie indimenticabili. 
La passione nascosta nella sua mente viene fuori in tutta la sua carnalità, forza, coraggio ed esaltazione proprio in mezzo a queste pagine che con disinvoltura, rispetto e una buona dose di concretezza mettono alla luce il volto di una donna in parte mascherato, evidenziando proprio quel lato del suo carattere per lungo tempo considerato sconveniente e deludente. 
Fin quando era stata un’allieva, la sua prima preoccupazione era rimasta quella di nutrire la propria mente. 
Oltre alle vicende che hanno caratterizzato la sua vita e che tutti noi conosciamo, come il fatto che Charlotte sia stata l’ultima delle tre sorelle Bronte a morire e che era figlia di un pastore e che ha per lungo tempo svolto l’attività di istitutrice, conosciamo le parti più recondite della sua anima, quelle appunto più appassionate e passionali. Era una donna solo all’apparenza fredda e distaccata, dolente e solitaria per imposizione ma non per desiderio, mentre dentro ribolliva la sua carne come il suo spirito. 
Odiava la stupidità che la circondava, l’ignoranza, la mancanza di preparazione, la noia e l’inutilità di certe compagnie ma aveva anch’ella le sue amiche con cui confidarsi molto spesso ancora più profondamente di quanto facesse con le sue sorelle. 
C’è stupidità nell’aria, i libri di scuola sono l’unica occupazione, e la compagnia è data da imbecilli. Non c’è nulla in tutto questo che mi riporti alla divina, silenziosa e non vista terra del pensiero, ora offuscata e indefinita come il segno di un sogno, l’ombra di un’ombra. 

Amo questa citazione!
Questo libro, corposo ed invitante, è stato scritto per ridare calore ad una figura fin troppo spesso chiusa in una soffitta di ghiaccio come se emotivamente non avesse mai vissuto le passioni, le voglie e le contraddizioni con cui sono attraversati tutti i suoi romanzi. Lo stesso Jane Eyre è intenso e struggente, vivido nelle pulsazioni emozionali e carico di sensazioni che non sono soltanto spirituali ma che abbracciano la sfera sensuale e sessuale dei personaggi. Pubblicato con uno pseudonimo, obbligatoriamente maschile, non sarebbe mai stato letto se sopra ci fosse stato scritto il suo vero nome. 
Mi metterò a scrivere perché non posso farne a meno. 
L’amore per l’apprendimento, le amicizie, il desiderio costante di nutrire la propria mente, il pensiero e la solitudine, la ricerca di ispirazione, sono tutti elementi che rendono Charlotte una figura reale, fatta di carne ed ossa, di sangue e voce. Rispetto ad altre biografie, molto più distaccate, tecniche, senza musica, senza armonia, con un detto-fatto imbarazzante, questa è non solo reale ma è emozionante, coinvolgente, empatica. Per chi ama le sorelle Bronte e Charlotte in particolare non potrà non sentirsi totalmente coinvolta, imprigionata dall’aria calda e pressante di questa protagonista femminile così come non l’abbiamo mai vista, in grado di regalarci emozioni anche adesso che non c’è più soltanto perché è stata viva, perché lo ha fatto davvero e perché ha scritto, fortunatamente, permettendoci di raggiungerla ogni volta che vogliamo, adesso e sempre. 








Titolo: Shirley
Autore: Charlotte Bronte
Editore: Fazi
Prezzo: 16,50
Uscita: 2016
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TRAMA


Yorkshire, inizio Ottocento. Shirley, giovane donna ricca e caparbia, si trasferisce nel villaggio in cui ha ereditato un vasto terreno, una casa e la comproprietà di una fabbrica. Presto fa amicizia con Caroline, orfana e nullatenente, praticamente il suo opposto. Caroline è innamorata di Robert Moore, imprenditore sommerso dai debiti, spietato con i dipendenti e determinato a ristabilire l’onore e la ricchezza della sua famiglia, minati da anni di cattiva gestione. Pur invaghito a sua volta della dolce Caroline, Robert è conscio di non poterla prendere in moglie: la ragazza è povera, e lui non può permettersi di sposarsi solo per amore. Così, mentre da una parte Caroline cerca di reprimere i suoi sentimenti per Robert – convinta che non sarà mai ricambiata –, dall’altra Shirley e il suo terreno allettano tutti gli scapoli della zona. Ma l’ereditiera prova attrazione per un insospettabile… Shirley si inserisce nel grande filone del romanzo sociale inglese di inizio Ottocento: i suoi personaggi vivono gli avvenimenti storici dell’epoca – le guerre napoleoniche e le lotte luddiste –, facendo i conti con le contraddizioni del progresso industriale e offrendo spunti di riflessione sul lavoro, sul matrimonio e sulla condizione della donna. Dopo la riproposta di Villette, continuiamo la pubblicazione dell’opera di Charlotte Brontë con Shirley, capolavoro meno noto. Secondo romanzo dell’autrice dopo Jane Eyre, questo libro ha decretato il definitivo passaggio di Shirley da nome maschile a nome tipicamente femminile.



Shirley è un romanzo molto appassionante, pubblicato dopo il capolavoro Jane Eyre ma ugualmente intriso di forza e di passione, seppur sviluppate in modo diverso. 
Simao agli inizi dell’800, in Inghilterra, con un paese alle prese con le guerre napoleoniche e grandi rivoluzioni industriali e politiche. Una rappresentazione storica fornita di dettagli ed estremamente particolareggiata che non lascia spazio ai dubbi: Charlotte riesce a fornire un quadro esaustivo e completo dell’epoca, avvalorandolo con una immedesimazione di personaggi e soprattutto emozioni che coinvolgono il lettore dalla prima all’ultima pagina. 
Caroline è una delle due protagoniste del romanzo. Nipote del reverendo Helstone vive occupandosi di bambini e mostrando un carattere delicato, calmo, pacato mentre conserva dentro di sé l’amore per Robert Moore, un imprenditore che gestisce un opificio e che non sembra assolutamente interessato ad alcuna forma di relazione amorosa. 
Il carattere di Caroline è subito definito fin dalle prime pagine e la sua identità verrà messa ancora più in evidenza con l’arrivo in paese di Shirley, una giovane ereditiera di poco più grande di lei, che porterà non poco scompiglio nella vita di tutti, soprattutto quando si evidenzierà la prospettiva di un suo probabile matrimonio proprio con Moore. 
Shirley, dal carattere indomito e ribelle, bella e conquistatrice, ammirata e desiderata sceglierà come sua amica e confidente proprio Caroline, e le due stabiliranno un legame di amicizia eccezionalmente profondo e duraturo ma soprattutto sincero. 
Questo romanzo, a dispetto del titolo, non ha un’unica protagonista ma ben due, rappresentate in modo inequivocabile e fortemente centrate sulle emozioni e sull’immensa capacità dell’autrice di andare a fondo nell’animo umano e di portare a galla sensazioni che ti si imprimono addosso. 
E chi si preoccupa dell’immaginazione? Chi non la giudica piuttosto pericolosa, un attributo insensato… affine alla debolezza e forse anche partecipe della pazzia… non una qualità ma piuttosto un difetto della mente? Probabilmente tutti la giudicano così, tranne quelli che la posseggono, o che si illudono di averne. 
Il filo conduttore dell’intera storia è l’amore accompagnato da una serie di riflessioni che riguardano la questione economica dell’epoca, le difficoltà degli operai rimpiazzati dalle macchine e soprattutto quella del clero, verso cui l’autrice non si esime dal lanciare qualche frecciatina ben definita. 
Un romanzo pieno e carico, intenso ed ammaliante, delicato e sottile nello stile di Charlotte ma anche prepotente per certi versi, perché in grado di comprendere un intero mondo, descritto in modo sinuoso e languido. 
Un mondo che ti prende e ti trattiene, un mondo che come accade spesso con Charlotte, ti fa sentire letteralmente conquistata, perché la sua grandezza è nell’uso di un linguaggio completo e curato, uno stile che affascina dandoti la possibilità di seguire l’evoluzione dei personaggi, che in questo caso, si avviano verso una risoluzione personale e assolutamente completa. 
Le sfumature sono il fiore all’occhiello di questo romanzo che ti permette di cogliere, con la giusta sensibilità, tutti i cambiamenti, le metamorfosi, e le trasformazioni dei personaggi, ognuno di essi reso alla perfezione e presente nella giusta misura al fine di rendere questa storia una macchina perfetta, senza nessuna sbavatura. 
Adoro Charlotte Bronte, come Emily, e credo che tutti debbano leggere i loro romanzi, indimenticabili e certamente punti di riferimento per la letteratura di tutta un’epoca e non solo. 

lunedì 30 maggio 2016

Segnalazione Made In Italy: L'amore che ci manca di Giulia Mancini!





AUTORE : Giulia Mancini 
EDITORE : Streetlib Selfpublish
GENERE:  Fiction e letteratura – Romance contemporanea 

Autrice:  Giulia Mancini nasce in Puglia ma si trasferisce giovanissima a Bologna dove vive e lavora. Ha sempre avuto la passione per la lettura e per la scrittura e nel corso degli anni ha scritto a fasi alterne, romanzi e racconti brevi, ma solo per se stessa e per pochi amici. Ha pubblicato nell’agosto del  2014 La libertà ha un prezzo altissimo e nell’agosto 2015 Fine dell’estate. Questo è il suo terzo romanzo.

Sinossi: Si dice che la vita cominci a quarant’anni e potrebbe essere così per Linda Sarti che alle soglie dei quaranta sembra avere tutto quello che una donna possa desiderare: è bella, ha un marito che la ama, una figlia adolescente e un lavoro in cui si è pienamente realizzata.

Invece proprio nell’anno del suo quarantesimo compleanno tutte le sue certezze crollano: suo marito la lascia per inseguire un nuovo amore più giovane, sua figlia sempre più irrequieta nei suoi conflitti adolescenziali tende ad attribuirle l’origine di quel fallimento matrimoniale. Il suo lavoro forse non costituisce quello che lei davvero desiderava ed è diventato fonte di enormi responsabilità e preoccupazioni che la schiacciano ogni giorno di più. 
Dopo due anni Linda, che nel frattempo ha cercato di riorganizzarsi l’esistenza, non è affatto soddisfatta di come è diventata la sua vita che ha assunto quasi la forma di un’oppressione quotidiana. E poi un giorno al lavoro accade qualcosa di talmente grave che la costringe a riflettere su quello che davvero vuole realizzare nella sua vita.
Si aggiunge a questo momento di grande confusione la malattia di sua zia, unica figura materna rimastale dopo la morte dei suoi genitori, e Linda lascia momentaneamente il lavoro per cercare di aiutarla in questo difficile momento. Torna nel paese natale e incontra Giulio, l’amore della sua giovinezza, il ragazzo che ha amato disperatamente per cinque anni. Rivederlo riaccende in lei i ricordi e quell'amore che credeva dimenticato.
Anche Giulio sembra cambiato. Inaspettatamente le riserva tutte quelle attenzioni che un tempo evitava, perché allora l'aveva lasciata? Cosa era successo anni prima? Perché all'improvviso sembra non poter più fare a meno di lei? Linda è costretta a tornare con la mente agli anni in cui viveva lì e al punto in cui ha fatto determinate scelte tra cui quella di partire. La sua permanenza forzata in quel luogo diventa un viaggio interiore alla scoperta di se stessa e anche di risposte che allora erano rimaste sospese. 

Ci sono amori che restano fermi nel tempo, incompiuti e irrisolti. Possono tornare nella memoria come un alito di vento e sfiorarci appena  per un momento o possono riesplodere impetuosi come un temporale d’estate.
«Non lo sapevo che quello che provavo era amore. Non sapevo che non avrei più provato lo stesso, dopo di te.»
Sarà disponibile su tutti gli Store: Amazon – Ibooks – ibs- google play e tutte le piattaforme on line.

Blog: liberamentegiulia.blogspot.it  http://liberamentegiulia.blogspot.it/
Pagina Facebook: Giulia Mancini Autore

La fiera delle meraviglie di Clio Gray Recensione

Buon lunedì cari lettori! La fiera delle meraviglie di Clio Gray è un romanzo che mi ha attratto sin da subito, amando molto questo genere di atmosfere e le storie popolate di personaggi strani e bizzarri. Un romanzo pieno di sorprese ma anche di valori e di commozione che accompagna il lettore in un viaggio tanto meraviglioso quanto speciale. Grazie a Leone editore per la copia! 



Titolo: La fiera delle meraviglie
Autore: Clio Gray
Editore: Leone
Pagine: 448
Prezzo: 14,90
Uscita: 2016
Link acquisto 


TRAMA


Germania, XIX secolo. Il piccolo Philbert Bedrossian vive un’infanzia molto sofferta: rifiutato e abbandonato dalla madre a causa del tumore che gli deturpa la testa, trova solo parziale conforto in un padre che, nonostante il suo affetto, soffre troppo per l’abbandono della moglie e decide a sua volta di andarsene. Il bimbo cresce sotto l’ala protettrice di Frau Kranz, la sua balia, e in compagnia di Kroonk, una maialina rossa, regalo del padre, finché con l’arrivo di un’epidemia viene affidato alle cure di una fiera itinerante di stanza in città, piena di personaggi bizzarri. 

















La fiera delle meraviglie è un romanzo capace di raccontare in modo approfondito e costante l’approccio storico di cui si fa carico e tutto ciò che esso comporta senza mai perdere l’interesse esclusivamente narrativo dell’opera che riesce ad intrattenete e a far riflettere, ad istruire e ad aprire la mente riguardo una specifica visione della vita: la deformità. 
Philbert, il protagonista, è un bambino che a causa di un tumore, si ritrova con la testa deformata. La madre lo abbandona, fuggendo via con l’amante francese perché desiderosa di avere una figlia e non quello che poi, considera un vero e proprio mostro. Il padre rimane talmente sconvolto da questa perdita improvvisa ed insensata che non è più in grado di occuparsi di Philbert di cui invece si prenderà cura Frau, la vicina di casa. 
Ma il destino ha in serbo qualcosa di molto diverso per il nostro piccolo eroe che è profondamente legato ad un maialino tenero e dolce che lo accompagnerà in tutte le sue avventure. Per Philbert il destino ha in serbo la Fiera delle Meraviglie, una sorta di circo errante popolato dai più strambi e bizzarri personaggi con i quali scoprirà cosa vuol dire davvero vivere e soprattutto crescere. 
L’intero mondo del suo passato era sepolto in profondità dentro di lui, e così come senza dubbio dal girino nasce il rospo, altrettanto sicuramente se stava arrivando qualcosa di bello una cosa terribile l’avrebbe seguito. 
Quando leggo trame simili di romanzi in cui sono i diversi e soprattutto le fiere, i circhi, i luoghi particolari ed itineranti ad essere i protagonisti, creature strane e al di fuori della normalità, non posso fare a meno di esserne terribilmente attratta. E’ più forte di me, amo questo genere di libri quando mi permettono di esplorare altre condizioni ma soprattutto pongono finalmente la luce su altre visioni, differenti dalla mia, che mi aprono orizzonti inesplorati e proprio per questo ancora più validi e ricchi di significato. 
Clio Gray ci porta in un mondo, quello tedesco della metà dell’800 in piena guerra, nella più assoluta condizione di cambiamento, dove non solo c’è la storia personale di Philbert ma ci sono anche i capovolgimenti religiosi e politici, tutto questo per una visione totalizzante di una dimensione della quale ti senti parte integrante dall’inizio alla fine. 
La penna di questa scrittrice che ha già all’attivo numerosi romanzi, è solida, strutturata, consistente ma non priva di poesia e di dettagli. Il linguaggio è scorrevole ed è capace di colorarsi di immagini di varia natura, passando da quelle più morbide e sentimentali fino alla descrizione di scene violente come quelle degli stupri o della guerra. 
Le persone dicono sempre che non si può tornare indietro, che ciò che è fatto è fatto; sebbene l’ultima parte della frase fosse vera per Philbert come per chiunque altro, la prima non lo era, poiché stava scoprendo di poter tornare nel passato in qualunque momento. Non ne avrebbe cambiato nulla, ma poteva chiudere gli occhi e rivivere tutto quanto di nuovo come se l’avesse vissuto in quel momento; ogni colore, odore, tocco reale come fosse accaduto solo qualche istante prima. 
L’intento è quello di fornire al lettore una rappresentazione sensata e realistica di ciò che avveniva all’epoca grazie anche agli studi dell’autrice sia in campo storico che artistico che permettono una rappresentazione in cui la verità di base e la finzione immaginaria si fondono per dare vita ad un romanzo corposo, non solo per il numero di pagine, più di 400 ma proprio per la grandezza dei sentimenti e delle emozioni espresse e modellate al fine di essere fruite nel modo più immediato possibile da chi legge, senza difficoltà. 
Philbert stringerà legami molto forti con i suoi compagni di viaggio, in modo particolare con Hermann, l’uomo pesce e con Kwert, forse il personaggio più strano che prevederà grandi cose per Philbert ma come spesso ripete il narratore onnisciente del romanzo, grande non vuol dire necessariamente buono. 
La storia di questo piccolo eroe è sicuramente triste, commovente, sentita ma anche carica di energia, di movimento, di crescita e soprattutto di superamento. 
L’autrice pone l’attenzione sulla psicologia dei legami che si creano e sulle conseguenze di essi su tutto ciò che li circonda. I meccanismi che si costruiscono sulla base di tante diversità messe insieme che tentano di convivere e soprattutto di sostenersi l’una con l’altra. 
Emozionalmente il romanzo si concentra sull’esplorazione del concetto di vicinanza, quanto e come ognuno di noi desidera l’altro vicino, abbastanza ma non troppo. Insomma, il concetto si presta ad una molteplicità di interpretazioni ma è sicuramente vero che la comprensione ed il sostegno rimangono le doti fondamentali sulle quali si basa il messaggio del testo. Un messaggio che si concentra anche sul pensiero di grandezza proprio in rapporto al protagonista ed al suo destino. Quanto può essere importante perseguire la grandezza in rapporto ad una vita umile con accanto soltanto le persone che amiamo e che ci amano, incondizionatamente? 
A volte le persone non hanno bisogno di una folla ma non vogliono nemmeno rimanere completamente sole; a loro basta sapere che qualcuno è lì, non troppo lontano nell’oscurità. 
La fiera delle meraviglie è una di quelle letture a cielo aperto, ciò significa di ampio respiro, talmente consistenti, floride, tonde, corpose da riuscire a raccogliere in sé una vera e propria trasposizione della dimensione sociale, politica e storica di quegli anni. Una visione globale dalla quale emerge anche la parte sentimentale e fatta di sensazioni, di destino e di vite private che coinvolgono gli aspetti più sinceri ma anche dolorosi ed inquieti dei protagonisti. Un’umanità sentita e ferita che esplora gli aspetti meno superficiali, quelli più nascosti e impauriti, quelli meno fortunati ma più sinceri, dietro i quali, a volte, si nasconde la vera meraviglia.