Ultime recensioni

giovedì 26 novembre 2015

Anteprima Newton Compton: Ti regalo l'amore di Alessandra Paoloni!

Il 23 Dicembre per Newton Compton uscira’ in Ebook il romanzo di Alessandra Paoloni, Ti regalo l’amore. Per il cartaceo, invece bisognera’ attendere Gennaio! Potrebbe essere un'idea per Natale!


Di seguito Cover e Trama!




23 Dicembre 2015 per Newton Compton



2,99 euro Ebook - 288 pagine



TRAMA

Single da poco, disoccupata, Clelia trascorre le sue giornate tra serie TV in streaming e lunghe sedute di relax sul divano. Ma la sua vita monotona cambierà quando, per il suo trentunesimo compleanno, riceve in regalo un viaggio organizzato dalla Doppio di Cuori, un'agenzia italiana di meetings & holidays. Ad accompagnarla nel suo viaggio ci sarà Dante, un ragazzo bello, gentile e anche misterioso. Il feeling tra i due è destinato a tramutarsi in qualcosa di più profondo. Infatti, nell'assolata campagna umbra e all'ombra dei monumenti della città di Perugia, nascerà una storia sensuale e tenera al tempo stesso. Clelia crede finalmente di vivere la sua favola ma la realtà, sempre in agguato, busserà ben presto alla sua porta

AUTORE

Alessandra Paoloni vive e lavora in un piccolo paesino alle porte di Roma. Coltiva fin da bambina una passione quasi viscerale per la scrittura e la lettura, pubblicando fin da giovanissima poesie e racconti su riviste e giornali locali prima di passare ai romanzi storici, paranormal ed erotici. La sua carriera è veloce e in rapida ascesa sia nel mercato digitale sia in quello cartaceo con diversi editori tra cui la Delos Digital di Franco Forte per il quale pubblica L'amante del boia. I diritti del suo ultimo romanzo Ti regalo l'Amore, uscito in self publishing nel settembre 2014 e ai vertici della classifica Amazon per numerose settimane, sono stati acquistati dalla Newton Compton Editori e la nuova versione del romanzo vedrà la luce il 23 Dicembre 2015 in versione ebook per poi approdare nel 2016 nelle librerie. 




martedì 24 novembre 2015

Nuove uscite CentoAutori: Pater familias di Massimo Cacciapuoti e Agharti di Antonio Forni!

Buon mertedi’! Oggi una segnalazione riguardante due nuove uscite della casa editrice CentoAutori molto interessanti!


Date un’occhiata!



10, 20 euro - 208 pagine



TRAMA 

Due efferati omicidi, un probabile serial killer e un mistero che sembra avere radici in uno scavo archeologico in Kazakistan. Un giallo venato di mistery per un commissario con un cronico mal di testa.
Un rompicapo. E' quello che deve risolvere il commissario Salina, indagando sulla morte di un giovane ricercatore universitario, specializzato in lingue antiche, il cui corpo è stato ritrovato con la testa tagliata di netto. La vita del morto era tranquilla: università, casa, pochi svaghi. Chi e perché ha ucciso l'uomo? Il mistero s'infittisce quando anche una giovane prostituta di colore viene ritrovata decapitata. Per Salina e la dottoressa Presti, il magistrato incaricato delle indagini, il doppio omicidio sembra opera di un serial killer, fino a quando una donna telefona dalla Francia e dichiara di conoscere chi è l'assassino. Il caso scotta e a Salina e Presti vengono, nel frattempo, revocate le indagini. Ma i due non demordono e volano a Parigi per ascoltare la donna. Scoprono che tutto il mistero ruota intorno ad uno scavo archeologico in Kazakistan, alla ricerca di un Kurgan, un antico mausoleo funebre...
Tra suspense e mistero Antonio Forni fa viaggiare il lettore dalla romantica Parigi alle esoteriche  tombe del Kazakistan tessendo con sottile maestria le fila della trama di un thriller mozzafiato. C'è solo un modo per scoprire l'autore di efferati omicidi e il commissario Salina non si fermerà davanti a niente per scoprire il mistero di Agharti.

 AUTORE

Antonio Forni è giornalista professionista, vicecaporedattore RAI del TGR Campania. Ha pubblicato il romanzo noir Presagio napoletano (Lo Stagno Incantato Editore).






10,00 euro - 256 pagine




TRAMA 

Massimo Cacciapuoti con un linguaggio volutamente aulico e ricercato racconta, attraverso i ricordi del passato di un uomo  adulto, le vite marginali di ragazzi difficili delle periferie, luoghi dove il tempo sembra essersi fermato e il futuro è fatto soltanto di speranza.

Un romanzo lirico e neorealista su un gruppo di ragazzi di periferia, che la vita ha messo con le spalle al muro.

Matteo, un ragazzo di 30 anni, ritorna dopo dieci anni di assenza nel suo paese natio vicino Napoli. Percorrere le strade e le piazze del paese rievoca in Matteo ricordi ed emozioni che si aprono in continue ed improvvise visioni, in cui il passato ed il presente si mescolano in un vortice senza fine. Rivede con gli occhi e con la mente le vite degli amici che non ci sono più: Roberto, morto cadendo da un palazzo terremotato; Antimo, ucciso da un carabiniere nel corso di una rapina; Geggè, che si uccide perché il padre gli ha rubato i risparmi del lavoro; e poi Michele, Rosa, Ciro, Anna... Lui era uno di loro, e ora è tornato per fare i conti con quel tragico passato...

  AUTORE

Massimo Cacciapuoti è nato a Giugliano in Campania (NA), dove vive e lavora. È autore dei romanzi L’ubbidienza (Rizzoli, 2004), L’abito da sposa (Garzanti, 2006), Esco presto la mattina (Garzanti, 2009), Non molto lontano da qui (Garzanti, 2011), Va tutto bene (Barbera, 2012) e Noi due oltre le nuvole (Garzanti, 2014). Pater familias è il suo primo romanzo, da cui è stato tratto l’omonimo e pluripremiato film di Francesco Patierno.

lunedì 23 novembre 2015

Anime Eterne di Lina Giudetti Recensione

Buon lunedì cari lettori! Dopo qualche giorno di pausa eccomi di nuovo qui per segnalarvi una nuova recensione dedicata ad un romanzo horror e romantico che racconta di vampiri in modo non  convenzionale. Anime Eterne di Lina Giudetti è la lettura che troverete di seguito e che merita un’attenzione particolare se amate le atmosfere dark, i vampiri non alla Twilight per intenderci, e le storie d’amore senza tempo. Insomma, come avrete notato, ultimamente sono abbastanza romantica!


Ditemi cosa ne pensate!



Titolo: Anime Eterne
Autore: Lina Giudetti
Editore: Lettere Animate
Pagine: 547
Genere: Horror romantico
Prezzo: € 2,49 ebook
Uscita: 2015
TRAMA


Romania, XV secolo.
Il principe Vlad Țepeș Dracula III detto l’Impalatore, regna nella Valacchia e da tempo combatte per mantenere l’ordine politico e religioso della sua terra, ma non tutti approvano i suoi metodi estremi. Soprattutto il suo nipote prediletto Stefan, avendo un cuore puro e pacifista, ritiene le sue leggi eccessivamente severe e non appena ha la possibilità di diventare re perché Vlad viene rinchiuso per anni in prigione a causa di un complotto politico, riforma ogni legge abolendo perfino la pena di morte per impalazione… al suo ritorno però Vlad non è più lo stesso di un tempo. La guerra e la morte della prima moglie lo hanno incattivito così tanto da avergli fatto scegliere di diventare un demonio. Vlad rinchiude Stefan nei sotterranei del suo castello e solo quando si ammala di tubercolosi ha dei rimorsi e tenta di salvarlo trasformandolo in quello che è lui: un vampiro, ma prima che la metamorfosi si completi, Stefan si uccide. Sua moglie Serafine impazzisce dal dolore e si uccide anch’ella e questa tragica serie di eventi, causa che una maledizione incomba sulle loro anime che si ritroveranno a vivere reincarnandosi in altri luoghi, in altri tempi e in circostanze molto avverse. Cosa succede infatti quando un figlio della luce diventa un figlio delle tenebre generando un karma che lo condanna alla maledizione della giovinezza eterna? Lei è bella, innocente e umana… lui è affascinante, tenebroso ed è un vampiro… un vampiro sul quale vengono diffuse molte leggende orribili… nella sua ultima incarnazione lei è tormentata da alcuni incubi ricorrenti di cui neppure suo fratello che è uno psichiatra, riesce a comprendere la provenienza; incubi che le mostrano come un’ossessione, gli squarci più significativi delle sue vite precedenti affinché si renda conto di essere tornata dal passato per riequilibrare il karma molto doloroso generatosi tra lei ed il suo antico amore Stefan. Sono ormai fatalmente diversi, eppure così fatalmente innamorati… Viene così compiuto in questa storia un lunghissimo viaggio dalla Romania medievale all’America degli anni ’50 e dall’Inghilterra degli anni ’90 fino di nuovo al regno di Dracula e al suo castello rumeno che nasconde una serie di segreti agghiaccianti…
Una storia di amanti e rinnegati e di spettri, demoni ed eroi questa che mostra la figura del vampiro in maniera atipica e diversa rispetto a come l’han spesso mostrata le antiche leggende…

Lina Giudetti: nata sotto il segno del leone, vivo a Taranto, una piccola città sul mare della Puglia. Sono un’appassionata di fantasy, horror, mitologia e anche di genere new age. Iniziai a scrivere seriamente sin dall’età di quattordici anni coltivando la mia passione per la scrittura fino a oggi senza mai abbandonarla, ma è sin da bambina che mi sono sempre sentita a mio agio nel ritrovarmi con un foglio di carta e una penna in mano. Infatti amavo i compiti in classe di italiano sentendomene profondamente stimolata, soprattutto se riguardavano tematiche attraverso le quali avrei potuto liberare e dar sfogo al mio estro. Mi ritengo una sognatrice nata e fantasiosa quanto basta per prediligere le materie creative. Appassionata inoltre di cinema, teatro e arte grafica oltre che di scrittura e lettura naturalmente, mi sono di recente anche avventurata nel mondo del web design.




“-E se ti dicessi di essere uno di loro?
-Impossibile. Sei troppo bello per essere un cadavere.”

Anime eterne è un romanzo complesso ed articolato, una storia che abbraccia diversi generi narrativi e nonostante contenga una grossa quantità di elementi e di dettagli consistenti, la lettura scorre veloce senza appesantire la comprensione degli eventi e la percezione dei personaggi.

Il prologo ci introduce nel XV secolo in Romania quando regnava Vlad III, colui che le leggende hanno battezzato Dracula, il signore indiscusso del vampirismo. L’autrice dimostra una fondata preparazione storica, dovuta certamente ad una passione innata per questo genere di avvenimenti e per il mondo vampiresco ma non si limita semplicemente a riportare fatti accaduti o invenzioni già precedentemente citate in altri testi, bensì vi aggiunge con determinazione e consapevolezza, il suo punto di vista figlio di un’originalità assolutamente sua che rende la trama una piacevole sorpresa. 
Indi, il protagonista iniziale è un uomo che conosciamo molto bene, ossia Dracula, un sovrano opprimente, assoluto, un combattente temerario e perfido che non esitava a punire chiunque si opponesse al suo volere e alla sua potenza. Ed è proprio qui che entra in gioco il vero protagonista del romanzo, ossia Stefan, il nipote di Vlad, colui nel quale si concentrano affabilità e generosità, dolcezza e rispetto, tutte qualità che porteranno Vlad a considerarlo un pericolo e a condurlo alla morte. Ma prima di tutto ciò, la vita permette a Stefan di legarsi indissolubilmente ad una donna, Serafine, che lo ama incondizionatamente e con la quale stabilirà un legame che darà avvio a tutto il romanzo, un filo eterno  che renderà inseparabili i due amanti nei secoli dei secoli.

Dunque una storia principalmente d’amore che non disdegna atmosfere profondamente dark e horror che ho apprezzato molto. Lina Giudetti ha una scrittura fluida, (non priva però di diversi refusi), capace di raccontare anche vicende abbastanza complesse perché caratterizzate da salti temporali non trascurabili, eppure nonostante ciò, il filo logico e l’attenzione del discorso non si perdono mai.

Dal XV secolo, epoca in cui sia Stefan che Serafine muoiono, passiamo agli anni ‘90 in Inghilterra, dove vivono Elettra e suo fratello Eric, la vera voce narrante del romanzo. Eric è un psichiatra mentre Elettra è una  ragazza all’apparenza fragile ed indifesa, costretta a subire inquietanti sogni che ogni notte la conducono in un castello, davanti ad un corpo martoriato e sanguinante che poi vede morire. I sogni della donna sono alquanto strani e neanche il fratello è in grado di spiegarli razionalmente eppure proprio in quegli incubi si nasconde il vero significato dell’intero romanzo.

L’autrice ci propone una storia basata sui vampiri ma non nell’accezione a cui siamo abituati. Essi sono figure che portano la morte, vere e proprie bestie sanguinarie che non hanno nulla a che vedere con il fascino dell’immortalità o della bellezza. I vampiri sono esseri malvagi che si nutrono assolutamente di sangue e non solo, e che hanno voglia di uccidere.

Essi si confondono nella società e vivono a contatto con gli esseri umani di cui alla prima occasione fattibile cercano di cibarsi. L’elemento horror è inserito a meraviglia all’interno del testo soprattutto in una scena particolare, quella riguardante la città di Amityville, dove Elettra ed il fratello, insieme ad altri personaggi, saranno costretti a passare la notte in una casa abbandonata ed è proprio in questa scena che l’autrice mostra grande padronanza dell’argomento e anche una buona scrittura che riesce con intensità e precisione a raccontare l’efferata malvagità di queste creature senza dio e senz’anima.

Eppure proprio di anima si tratta perché per Lina Giudetti, le anime sono eterne e si reincarnano. Esiste il karma negativo ed esiste l’amore che supera tutte le barriere del tempo. Per questo il tutto è incentrato sulle reincarnazioni e sulle anime di Serafine e Stefan che, nonostante siano morte, si ritrovano nei secoli a venire, prima negli anni ‘50 e poi negli anni ‘90, impossessandosi dei corpi di nuovi esseri umani per vivere ancora incondizionatamente la loro passione immortale.

“Sapeva che Vernon era una ‘creatura’ molto diversa da come era stata sempre descritta dalle leggende poiché la sua personalità non coincideva affatto con quella di un demonio. Non le sembrava possibile che avesse davvero fatto del male a una ragazza che aveva amato tantissimo. Vivere tramite un sogno la loro storia, aveva cambiato forse per sempre qualcosa in lei. Elettra infatti aveva provato delle emozioni speciali durante la sua catalessi. Le più vive e intense di tutta la sua vita probabilmente. Ora sapeva che i suoi sogni sulla Romania, su Stefan e su Serafine avevano un senso. Le avevano da sempre voluto riportare alle mente i frammenti di una vita passata.”

Così conosciamo Vernon ed Edwina e ancora dopo la stessa Elettra e di nuovo Vernon che si ritrovano dopo secoli di lontananza in un turbine di sensualità, passione e soprattutto amore.

Ho amato molto i  momenti in cui l’autrice ha descritto il lento avvicinarsi tra Edwina e Vernon, la ritrosia di lui nel non volerla toccarne e mettere in pericolo a causa della sua natura vampiresca, ma la loro attrazione diventa più forte di qualsiasi resistenza ed è così che entrambi non possono evitare di riconoscersi e di percepire quel senso di immortale appartenenza che da secoli indicibili li richiama l’uno verso l’altra.

L’autrice riesce ad usare uno stile che si accorda di volta in volta a ciò che sta narrando. Infatti nel raccontare le vicende esclusivamente storiche il linguaggio è dettagliato, preciso, formale, adatto alla storicità degli eventi mentre nei momenti in cui l’amore prende il sopravvento esso si addolcisce, diventa pregno di odori e sapori che rimandano a qualcosa di eterno e immortale. C’è delicatezza, atmosfere soffuse e dolci nonostante l’indole di Vernon, che resta sempre una creatura infernale.

Passato e presente si fondono per dare vita ad una serie di vicende mescolate molto bene e che mantengono alta l’attenzione di chi legge, dandogli la possibilità di affezionarsi alla storia tra Elettra e Veron affinchè essi possano vivere finalmente in pace il sentimento che li lega da sempre.

Un personaggio molto interessante, reso accattivante dalla personalità e dalle caratteristiche che l’autrice ha deciso di donargli, è Jacob che in un altro tempo, sempre grazie alla reincarnazione, è stato il fratello di Elettra, all’epoca Serafine e adesso è un ammazzavampiri, anch’esso provato da una vita difficile e addolorato e ferito da una storia d’amore impossibile.

Anime eterne è un romanzo inusuale, diverso da ciò che si è letto fino a questo momento sui vampiri. L’autrice prende avvio dalle vicende storiche realmente comprovate e poi rende particolare il tutto grazie alla sua vena creativa e alla sua originalità.

“Le anime sono eterne, pensò in quei momenti, non possono mai morire, ma tornare a vivere in altri corpi di carne ed ossa perché gli sia concessa l’opportunità di riparare agli errori commessi nelle precedenti esistenze…”

Un amore eterno ma maledetto e dannato è il polo attrattivo che rende sostanziale l’interesse verso la storia ma è doveroso concentrare l’attenzione anche sull’aspetto gotico molto ben realizzato. Il personaggio di Elettra e ancor prima di Edwina è pieno di genuinità, di innocenza e di fragilità in netto contrasto con la freddezza, la sicurezza e la tenebrosità di Vernon. Ma in lui, nonostante l’apparenza, si nasconde un cuore buono e gentile, lo stesso che aveva condotto Stefan alla morte.

C’è sangue, morte, vendetta, rivendicazione, passione e carnalità. E’ tutto descritto così bene da farti venire il dubbio mentre leggi su cosa sia inventato e cosa sia reale.

Un leggero omaggio ai personaggi di una delle serie più amate sui vampiri nei nomi di Stefan  e Damon, un vampiro eccezionalmente cattivo e terrificante che apparirà solo saltuariamente nel romanzo.

Dunque è evidente la passione dell’autrice per questo mondo così terribile ma anche affascinante, non privo di misteri e segreti immortali. Chi come me è altrettanto attratta da tali prerogative, non poteva non apprezzare una storia che comunque si discosta intelligentemente dalla tradizione a cui siamo abituati soprattutto negli ultimi anni, mescolando abilmente antichità e modernità. E’ come avere davanti due romanzi, uno storico e l’altro inventato, uno leggendario e l’altro d’amore, intrecciati dall’autrice in modo lineare e studiato. 

Un  romanzo che va letto da tutti coloro  che amano gli sfondi storici ben descritti ed argomentati, le storie d’amore gotiche e avvolte da atmosfere oscure ma non per questo prive di delicatezza e di sogno e soprattutto da tutte le persone che credono che l’amore vero sia eterno e che l’anima una volta scelta la propria metà, gli appartenga per sempre in una costante e sentita ricerca di quell’unione che né un luogo né un tempo diverso potranno ostacolare.

mercoledì 18 novembre 2015

Tutto l'amore smarrito di Antonella Frontani Recensione

Buon mercoledì! Il titolo del romanzo che vi propongo oggi mi ha conquistato immediatamente, soprattutto perché adoro la parola smarrimento e tutte le sue declinazioni. Tutto l'amore smarrito è il romanzo d’esordio di Antonella Frontani, edito da Garzanti che ringrazio per la fiducia. Una storia che non ha convinto alcuni ma che io ho colto nel suo significato più profondo, in quello smarrimento che è voce interiore e nella scrittura estremamente particolare dell’autrice.

Leggete e lasciatemi le vostre impressioni! 



Titolo: Tutto l'amore smarrito
Autore: Antonella Frontani
Editore: Garzanti
Pagine: 176
Genere: Romanzo
Prezzo: € 14,90
Uscita: 2015
TRAMA

Adele adora fermarsi a guardare l'orizzonte dove i confini del sole si perdono. Quel panorama le dona serenità, nonostante tutto. Nonostante il lavoro da giornalista in cui non si sente realizzata e i tanti sogni lasciati in un cassetto. La sua unica ragione di vita è Amata, sua figlia. Amata, che ha bisogno di lei più che mai, chiusa nel suo mondo fatto di melodie, spartiti e tasti del pianoforte. Ogni gesto, ogni pensiero, ogni scelta di Adele è per lei nei suoi giorni che scorrono sempre uguali. Fino a quando non conosce Pietro e il suo silenzio che non riesce a trovare una voce. Pietro è sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen e porta ancora dentro il gelo di quel tempo lontano. I suoni, i rumori, le immagini invadono i suoi incubi. Adele deve solo intervistarlo, poche semplici domande per poi lasciarsi tutto alle spalle. Ma ci sono incontri che cambiano la vita per sempre. Ci sono sguardi capaci di arrivare in luoghi dove il buio non ha lasciato spiragli. Ci sono persone a cui non si può mentire. E questo fa paura. Eppure, più Pietro tenta di fuggire davanti ai suoi fantasmi, più capisce che Adele è la sola che può aiutarlo a fare pace con sé stesso. Perché in lei riconosce i suoi stessi errori. E un dolore simile al suo. Un dolore che parla di un amore impossibile che non ha avuto il coraggio di vincere il destino. Di ferite mai rimarginate. Di scelte senza riscatto. Per la prima volta si sentono vicini a qualcuno senza finzioni né scappatoie. Ma quando il passato torna con la sua forza dirompente, c'è solo una strada da percorrere. La strada più difficile. Quella della verità. A ogni costo. 

Antonella Frontani, giornalista, scrittrice e conduttrice televisiva, vive a Torino. Tutto l'amore smarrito è il suo primo romanzo.





“E allora è come se nell’universo una forza elementare ridiventasse la madre di tutto l’amore smarrito.”


Vi siete mai chiesti dove va a finire tutto l’amore smarrito? Il titolo di questo romanzo di Antonella Frontani spicca il volo grazie ai versi di R.M. Rilke, uno dei miei poeti preferiti, il poeta della nostalgia e chi, meglio di lui, poteva comprendere il senso di smarrimento, di malinconia che vive tra le pieghe di una perdita?

Avete mai riflettuto sulla parola “smarrimento”? Credo che sia uno dei termini più affascinanti. Smarrirsi… di qualcuno, per qualcuno o smarrire qualcosa… Smarrire l’amore, nel senso che non finisce laddove dovrebbe finire, non nelle mani e nella braccia di chi vogliamo, di chi è destinato…

La storia narra di Adele e Pietro, un uomo e una donna che non si conoscono, ma che hanno vissuto un dolore molto, troppo simile e che quando il destino li metterà, per puro caso, uno di fronte all’altra, si troveranno a dover estirpare dal proprio petto quell’angoscia e quello stordimento che ha macchiato per lungo tempo le loro esistenze.

“Ma non lo sai che non si è mai soli? E che dovunque ci portiamo addosso tutto il peso del nostro passato e anche quello del nostro futuro?”

Inizialmente emerge una sorta di parallelismo tra la quotidianità di Adele e quella di Pietro. Essi vivono due vite completamente diverse dove mentre la donna è ancora attiva, sia nel campo lavorativo che familiare, occupandosi di una figlia sulla sedia a rotelle che ama il pianoforte e tutto l’universo musicale, lui è rinchiuso nella sua abitazione, distaccato ed imperturbabile, con la sua fortezza fatta di ricordi e litanie che riconducono continuamente la sua mente ai tragici ed indimenticabili momenti della vita nel campo di concentramento di Mauthausen.

“Ostenta i suoi ottantacinque anni con fierezza, forza, ostinazione. E’ un vero duro che fa quasi paura quando punta lo sguardo negli occhi di qualcuno.”

Lo stile dell’autrice è metaforico fino all’inverosimile, è carico di paragoni e di figure retoriche, è come attraversare un giardino pieno di fiori e di colori tanto forti che ti danno alla testa. Il suo modo di scrivere è poesia, è sognante, una scrittura che trasfigura continuamente la realtà anche laddove non è necessario. La realtà anche più semplice, come può essere quella quotidiana, viene continuamente evocata da altro, resa meravigliosamente attraente e quasi spirituale per essere trasportata altrove, in un mondo fatto esclusivamente dallo stile e dalla magia dell’autrice.

Amata, figlia di Adele, è anche figlia prediletta della musica, amante del suo pianoforte nonostante la vita l’abbia costretta su una sedia a rotelle. Non ha un padre, perché Adele gli ha raccontato che era un pilota ed è morto seguendo la sua passione, ma è una bugia, la più grande bugia che tiene in piedi un teatro di emozioni represse le cui mura non attendono altro che di cadere al suolo.

A questo penserà Pietro con la sua storia, con la sua freddezza prima e debolezza dopo. Un incrocio di anime che trovano riparo l’una nell’altra anche laddove una comunione e un riconoscimento sembrava impossibile. Adele e Pietro sono legati da ciò che non potevano neanche immaginare, sono legati eternamente proprio da quell’amore smarrito che entrambi hanno perso e di cui non hanno mai conosciuto la fine.

Emozioni forti, immagini intense che fanno trasecolare. E’ come se Antonella Frontani cercasse in tutti i modi di scarnificare il corpo, denudare il cuore, fino a giungere alle ossa prendendo quella carne e donandola alle emozioni, per renderle vive, pulsanti e palpitanti. C’è aria di tempesta in tutto il romanzo, perché c’è un vento feroce che si chiama sentimento smarrito, in un’estenuante ricerca della propria casa.

Tutto l’amore smarrito è un romanzo tempestoso non perché sia attraversato da vicende forti o violente, ma perché è lo stile ad essere capace di smuovere dentro di te persino l’incredibile. Tutti i moti dell’animo che passano dal corpo fino alla mente sono descritti con minuzia e dettagliatamente. L’autrice li fa a pezzi, separandoli gli uni dagli altri e li pulisce, come se li lucidasse, eliminandogli le ombre e rendendoli chiari e impossibili da non vedere.

Adele è una donna forte, che ancora lotta e combatte, la sua unica ragione di vita è Amata, tutto ciò che fa è soltanto per lei. Pietro invece è un personaggio contraddittorio, un uomo che ha vissuto  un dolore lacerante, che ha compiuto un gesto condannabile e il senso di colpa di un fantasma lo perseguita senza dargli via d’uscita. In lui si concentrano tante emozioni contraddittorie come la nausea per la vita, la rabbia, l’inquietudine, la debolezza, la tenerezza del pianto come sfogo a tutto il male del mondo, le lacrime che sgorgano e il rimorso.

Le parole scritte si confondono alle note musicali e alla pittura di Pietro che diventa emblema del suo segreto e unico mezzo attraverso cui egli riesce a trovare una sorta di sollievo all’orrore del suo gesto.

“Quella rabbia sale, assomiglia alla follia. Diventa voglia di urlare, ma non lo farà. Diventa desiderio represso di distruggere tutto, ogni oggetto che appartenga al presente e, soprattutto, al passato. Ma non lo farà.”

La scrittura di Antonella Frontani è passionale e tormentata, dannatamente musicale, a volte ridondante ma è l’essenza stessa della melanconia.

Quando Adele e Pietro si incontrano per la prima volta, lui la vede e lei vacilla. Basta uno sguardo per arrivarsi dentro e non uscirne più. E’ una guerra che si dichiara in silenzio e i due reduci dovranno combattere contro il desiderio di scappare e non affrontare quei demoni che li tengono legati l’uno all’altra senza neanche saperlo. 
Quando si guardano è quell’amore smarrito che si riconosce per loro.

“Adele sa che deve tornare lì anche se tutto la spaventa. Lo sguardo di Pietro, la penombra di una casa piena di ricordi, il soggetto ossessivo dei suoi dipinti e la sensazione che quel luogo sia familiare al suo dolore.”

L’amore nel romanzo non è mai facile. Sia lui che lei hanno vissuto nel loro passato sentimenti difficili ma totalizzanti.

“Sono ancora due estranei eppure sono entrati nel meandro più profondo del loro buio.”

Straziante, impietoso, urlante di dolore che scorre denso come pece e imbratta tutto, Tutto l’amore smarrito è commovente, lucido ma anche sognante, è un romanzo che colpisce per la sua scrittura molto particolare, che qualcuno ha definito mielosa, io dico che arriva direttamente al cuore. What else?


martedì 17 novembre 2015

Intervista a Davide Cavazza, autore di Diciannove Novantuno

Buongiorno! Il post di oggi riguarda un’intervista realizzata allo scrittore Davide Cavazza e al suo romanzo Diciannove Novantuno pubblicato con Leone editore.


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Salve Davide, grazie per aver accettato questa intervista.

1 - Diciannove Novantuno. Perché questo titolo e cosa significa?

Il romanzo è un gioco di opposti. Una trama che unisce bene e male, bianco e nero, gioventù e vecchiaia. E che annoda questi opposti facendoli incontrare e scontrare, muovendo le corde dell’anima del protagonista e di chi sta intorno a lui. 

2 - Matteo Torrente, il protagonista, è un adolescente alle prese con un periodo estremamente significativo della sua vita. E’ stato difficile raccontare l’adolescenza?

Raccontare la vita è sempre straordinario. L’adolescenza è un’età complicata, e per questo perfetta per le pieghe di un romanzo. Ho cercato di ricordare la mia, inizialmente. Poi mi sono accorto che dovevo andare oltre, e descrivere con maggiore immediatezza il vortice di passioni e situazioni che coinvolgono Matteo, che vive l’anno più importante della sua vita.

3 - C’è un’accurata ambientazione storica degli anni novanta all’interno del romanzo, con i fatti e gli avvenimenti dell’epoca. Cosa rappresenta per lei quel momento storico e perché lo ha scelto come sfondo del proprio libro?

Il 1991 è stato un anno molto particolare. Gli eventi che sono descritti nel romanzo sono tutti reali, mentre i personaggi sono di fantasia. In quell’anno io ho sostenuto l’esame di maturità, e quindi ricordavo bene sensazioni che ho poi utilizzato nel corso della storia. Le ricerche compiute prima e durante la stesura mi hanno convinto che quello fosse l’anno giusto. A giudicare dal giudizio lusinghiero dei lettori, quei fatti stanno colpendo il cuore di molti.

4 - C’è stato qualcosa o qualcuno a cui si è ispirato per la stesura del romanzo?

Uno scrittore si ispira sempre alla vita che vive, e al suo contrario. In questo romanzo forse ho preso in prestito qualche caratteristica del mio compagno di banco al liceo, di qualche professore, di chi nuota con serietà, e di tutto quanto il resto. E’ sempre difficile rispondere a una domanda del genere, perché un narratore è un ladro. Ruba, a tutti, sempre.

5 - Se ci dovesse raccontare la natura intima e profonda del suo romanzo, cosa direbbe?

Il romanzo vuole raccontare una storia di ragazzi. Una storia come tante, tinta però di avvenimenti di vita così vera, e talvolta così straordinaria, da scatenare emozione. Mi piacerebbe che il lettore si immedesimasse nel protagonista, amandolo, detestandolo o lottando con lui. Vorrebbe dire che si ha voglia di sapere come andrà a finire.

6 - C’è interesse e cura per la dimensione psicologica dei personaggi e soprattutto del protagonista. Il romanzo è la versione scandita di una crescita che avviene nell’arco di un anno. Azioni, paure e sentimenti sono la base della vicenda. Qual è il messaggio nascosto (se c’è) che i lettori dovrebbero cogliere?

Ciascuno coglie le sfumature che più sente sue, che corrispondono alle emozioni suscitate dalle pagine, che qui corrono per un anno intero, senza respiro. Nei miei romanzi c’è sempre un messaggio di fondo, che tende però a non avere una unica possibile interpretazione. Le mie storie non sono mai chiuse, perché vorrei che fosse il lettore a continuarle e a immaginarle per conto suo, facendo ancora vivere i personaggi e animandoli dei propri sentimenti e del proprio coraggio.

7 - Continuerà a scrivere? Se sì, cosa?

La scrittura fa parte di me, da sempre. Scriverò un nuovo romanzo.

8- Se dovesse dedicare questo romanzo a qualcuno, a chi lo dedicherebbe?

A Lara, che sa leggere le increspature dell’anima.